“Mi congedo dall’impegno di consigliere provinciale durato sette anni, attraverso i cambiamenti di un ente che, nonostante la maggiore vicinanza al territorio e la spiccata competenza nelle sue funzioni primarie ambientali, di viabilità e di edilizia scolastica, è stato ignobilmente smembrato, pur continuando ad esercitarle, intatte – spiega Felicia Mazzocchi in una nota – La ricostruzione del nuovo liceo scientifico di Avezzano e la messa in sicurezza delle altre scuole superiori, così come la realizzazione di importanti tratti viari, mi inorgoglisce e al tempo stesso mi rattrista perché al momento sembra irripetibile un’attività politica provinciale così produttiva e tangibile per i cittadini. Ne sono la prova gli ultimi due anni nei quali il governo dell’ente è stato ridotto alle attività programmate in precedenza senza lasciare un’impronta importante. Ora, al rinnovamento del Consiglio provinciale, due consiglieri confermati, tra cui il mio amico Gianluca Alfonsi, e otto nuovi eletti tra cui Alberto Lamorgese, ma ahimè, nessuna donna. Non mi piace. Non è un bel consiglio, si, mi permetto di dirlo, e non perché manca la presenza di “genere”, formula inventata per indurre forzatamente il voto rosa, ma perché più semplicemente
le scelte degli elettori (sindaci e consiglieri) hanno di fatto escluso questa possibilità. Troppo poche le candidature femminili perché poche le consigliere comunali, in questo meccanismo poco democratico, nel quale pur avendo scelto di non cancellare le province con il referendum del 4 dicembre, il popolo non è stato richiamato al voto nè alla libera candidatura se non nella veste di consigliere comunale o sindaco.
Pur augurando al nuovo presidente Caruso ed ai consiglieri il miglior lavoro possibile tra innegabili oggettive difficoltà, auspico un ripensamento del Parlamento sull’impianto normativo riguardante gli enti locali ad ogni livello perché si sta andando verso il peggior servizio da poter offrire ai cittadini. E se manca – conclude Mazzocchi – la componente femminile, con tutto il rispetto per tutto e tutti, non è la stessa cosa”.