Un mancato cambiamento, una mancata possibilità di portare tutto alla normalità. La denuncia delle associazioni sindacali territoriali è per i disagi, sempre gli stessi, a carico dei soliti pendolari, nonché per una cattiva gestione da parte della Dirigenza Tua, che ricade inevitabilmente sui lavoratori, costretti a trattare, nuovamente, le proprie retribuzioni.
<<E’ vero, ci eravamo illusi tutti quanti, dipendenti e cittadini, che la nuova Azienda di trasporto pubblico, nata dalla fusione di ARPA – GTM – SANGRITANA e ribattezzata TUA, potesse dare finalmente risposte concrete ai numerosi problemi della mobilità nel nostro territorio. I lavoratori, da ultimo, che si sentivano rassicurati sul loro futuro, con una azienda finalmente competitiva ed in grado di reggere alle difficoltà che il settore stava attraversando; i cittadini, che aspettavano ormai da anni un sistema di trasporto più vicino alle loro esigenze di mobilità e per le quali pagavano tutti tasse e contributi, senza ricevere in cambio un servizio adeguato.
Ed invece la realtà, come spesso accade, ci ha fatto ripiombare tutti con i piedi ben saldi per terra. I cambiamenti avvenuti fin qui, non possono definirsi di certo positivi, soprattutto per il nostro territorio, che si trova ancora una volta al centro di un ridimensionamento a tutto vantaggio degli “amici degli amici”.
Ma facciamo un passo indietro, a quando siamo riusciti ad evitare che migliaia di km di corse venissero eliminate oppure regalate a privati con pochi scrupoli, l’azione di protesta della scorsa estate ne è un piccolo esempio, grazie alla mobilitazione dei lavoratori, culminata poi con lo sciopero e la conseguente manifestazione il 21 luglio 2015.
Nei nostri comunicati denunciavamo già da allora : “L’insicurezza e i continui guasti dei mezzi aziendali; la carenza del personale d’officina, la mancanza dei pezzi di ricambio per la sistemazione dei mezzi; la grave carenza di personale viaggiante che di contrasto faceva si che il personale presente producesse un eccessivo monte ore di straordinario; fornitori alla canna del gas”, problemi ad oggi tutt’altro che risolti.
Anzi la situazione è andata via via peggiorando, nonostante la classe dirigente dica il contrario, ad Avezzano, causa ulteriori pensionamenti, mancano ancora 13 unità lavorative solo per il personale addetto alla guida.
Unica certezza, è la consapevolezza che a pagare sono sempre gli stessi, i lavoratori, ai quali è stato richiesto l’ennesimo sacrificio, come avvenuto nel 2012 col taglio del 10% delle risorse per il trasporto pubblico e che oggi sono stati chiamati ancora una volta a fare la loro parte con l’applicazione del nuovo “CONTRATTO AZIENDALE” che ha quindi previsto una revisione, al ribasso, della busta paga con un aumento della produttività e la disponibilità a discutere un ridimensionamento in termini occupazionali, dovuti al taglio chilometrico ridotto e rivisto, rispetto alla paventata catastrofe che ci era stata prospettata lo scorso anno 380.000 km da tagliare ed ulteriori 280.000 km da affidare in sub-concessione a privati.
I lavoratori, dunque, hanno fatto la loro parte, ma l’attuale dirigenza e la politica che doveva fare la propria parte promettendo il cambiamento epocale, ridimensionando tutte quelle cariche dirigenziali inutili dov’è ? Dei tre direttori generali, doveva rimanerne solo uno, e invece… si assiste ad un continuo fiorire di poltrone, poltroncine, sedie, sgabelli e perfino strapuntini, facendosi etichettare in tempi non sospetti da testate giornalistiche autorevoli quali il “Sole 24 Ore”, come “ il poltronificio dAbruzzo “.
A chi giova questa incertezza? I lavoratori e i cittadini sono sfiniti da questo continuo stato di insicurezza e non staranno fermi ad assistere che questa lenta agonia, mini la loro dignità. Promettiamo nuove forme di mobilitazione e sicure lotte per il prossimo futuro>>.
Redazione ilfaro24.it