Documento storico
” La notizia dell’armistizio fu accolta con gioia dai cittadini di Sante Marie, piccolo comune a 850 m s.l.m.
della provincia de L’Aquila. Nonostante cinque gerarchi fascisti si erano impossessati del paese durante il
ventennio della dittatura, dal settembre ’43 i civili maturarono un forte spirito antifascista. L’euforia fu
troncata dall’arrivo dei tedeschi il 10/10/1943. Gli occupanti nazisti istallarono un’officina e occuparono la
villa della famiglia Mari, da sempre antifascista. Cominciarono inoltre una serie di delazioni contro
l’avvocato Vittorio Mari da parte dei fascisti che lo volevano eliminare. Il Mari fu arrestato e tradotto
prima a Rieti e poi ad Avezzano. Condannato a morte riuscì a fuggire a fine gennaio, dato che le carceri di
Sante Marie erano state semidistrutte durante il bombardamento alleato del 20/01/1944. Dopo questa
dura incursione, probabilmente causata da un errore dei ribelli, la popolazione locale diede vita ad una
banda partigiana denominata “Bardo”, con a capo il parroco Beniamino Vitale. La famiglia Mari risultò tra
le più attive. Tale movimento spontaneo di autodifesa, scarso di armamenti, riuscì a salvare diversi
prigionieri tedeschi in fuga. La brigata ebbe collegamenti con un gruppo di Roma, paracadutisti inglesi e
formazioni jugoslave. Durante la primavera ’44 questa zona risultò poco sicura per i tedeschi, i quali
riportarono diverse vittime a causa degli attacchi dei “bardini”. Così il 1/06/1944, nove giorni prima
dell’arrivo degli alleati a Sante Marie, i tedeschi procedettero con la cruda rappresaglia. Il partigiano
avvocato Vittorio Mari già perseguitato dai fascisti, dopo essere stato arrestato, venne fucilato e la sua
abitazione fatta saltare in aria. Nello stesso giorno i tedeschi uccisero anche il contadino Francesco Di
Berardino che per diversi mesi aveva subito feroci torture, perché accusato di aver sabotato le linee
telefoniche tedesche sul vicino Monte Faito. In seguito suo figlio decise di servire la banda “Bardo”
elenco delle vittime decedute di Sante Marie
Di Berardino Francesco figlio di Micante, 50 anni.
In seguito a delazioni di una spia italiana fu arrestato dai nazisti e trasportato in carcere a Sante Marie. Alla
moglie e ai figli fu concesso dopo tanto di vederlo e lo trovarono sfigurato dalle torture, con i denti spezzati,
le unghie bruciate e il corpo tumefatto. Dopo alcuni giorni comparvero in paese dei manifesti bilingue in cui
l’Alto Comando tedesco annunciava la sua fucilazione per reati militari. Di Berardino veniva incolpato di
aver tagliato i cavi del telefono sul Monte Faito, quindi di aver sabotato e interrotto le linee telefoniche
tedesche, di aver ospitato prigionieri alleati e incitato pubblicamente al sabotaggio. Era uno dei più poveri
contadini di Sante Marie, senza beni di fortuna e con figli malati. In seguito un figlio decise di servire la
banda “Bardo”
Mari Vittorio detto Vittorino. Figlio di Nicola e di Carolina Tomei. Nato a Sante Marie l’8/2/1887 e
residente a Roma. Fu antifascista sin dall’avvento del Regime. Avvocato.
Lavorò prima presso il Ministero del Tesoro e poi presso il Ministero della Marina. Il 20/02/1929 fu assolto
dal Tribunale di Avezzano dall’accusa di ricettazione di oggetti pignorati.
Organizzatore della resistenza di Sante Marie. Quando i tedeschi arrivarono in paese, il 10/10/1943,
occuparono la sua abitazione e diedero ordine ai Mari di rimanere in casa insieme ad essi. Cominciarono
subito le delazioni contro di lui da parte dei fascisti che lo volevano eliminare definitivamente. Dopo varie
perquisizioni ed interrogatori a metà gennaio 1944 fu arrestato e tradotto prima a Rieti poi ad Avezzano.
Nonostante la condanna a morte in un primo momento riuscì a fuggire per la semi demolizione del carcere
di Sante Marie, pochi giorni dopo il bombardamento alleato (20/01/1944).
Al momento della ritirata l’abitazione dell’avvocato Mari venne fatta saltare in aria con l’esplosivo.
” LA NOSTRA STORIA E’ ORO COLATO E’ UN TESORO IMMENSO ” (Cicchetti Ivan)
( a cura di Cicchetti Ivan)