Per la predominanza ell’Antica Roma, Cocullo, era l’ultimo baluardo militare del Lazio come si legge nello storico Strabone( erudito greco). Quindi il paese ed il territorio limitrofe, era sede dell’esercito romano impegnato per la conquista di Corfinium. Naturalmente, con la loro prolungata permanenza, i romani introdussero i loro usi, costumi e tradizioni pagane, modificando, alterando, ed influenzando il popolo.Una di queste tradizioni consisteva appunto nell’offrire ai primi tepori primaverili, alla Dea Angizia, un omaggio di serpenti vivi come rito propiziatorio. Tale usanza è rimasta radicata tra gli abitanti di Cocullo,anche nel periodo in cui venne S.Domenico.
Dopo i molteplici miracoli, operati dal Santo nel liberare i cocullesi dalle morsicature di vipere e serpenti velenosi, nel far uscire dallo stomaco delle persone serpenti che vi erano penetrati, quella usanza pagana fu trasformata dai cocullesi in un rito di religioso omaggio cattolico a S.Domenico come atto di filiale gratitudine al Santo che tangibilmente e praticamente si era dimostrato, al contrario della muta ed inerme Dea Angizia, liberatore dalle tristi conseguenze del veleno dei serpenti. La Chiesa Cattolica che non disdegna di venerare S.Antonio che a Rimini parla ai pesci a dispetto della sordità spirituale umana, e un S.Francesco che conversa dolcemente e affabilmente con gli uccelli, conviene anche San Domenico che, proteggendo dai morsi dei serpenti, aiuta a liberare le anime dagli assalti del serpente infernale, eterno nemico di Dio e dell’uomo. Da secoli, quell’omaggio viene ripetuto in Cocullo ogni primo giovedì di Maggio, quando, all’uscita della Statua dal Santuario per la Processione, i Serpari si stringono attorno a S.Domenico per offrirgli i numerosi serpenti catturati nelle zone circostanti il paese.
Ormai la fama di questa antichissima tradizione ha sorpassato i confini dell’Italia perché i moderni mezzi di comunicazione hanno fatto conoscere a tutti ed in tutti i continenti la simpatica tradizione religioso – folkloristica che onora tanto la Chiesa e l’Abruzzo, e che ogni primo giovedì di maggio richiama a Cocullo migliaia di pellegrini e forestieri da ogni parte del mondo; senza ricordare i numerosi altri che durante l’anno ininterrottamente vengono a Cocullo per ottenere grazie da S.Domenico oppure per ringraziarlo di quelle che hanno già ottenute.
” le usanze hanno le radici del nostro popolo, farle proprie ci rende vivi, non ascoltare ci rende poveri dei nostri tesori che la storia ci tramanda ” (Cicchetti Ivan)
( a cura di Cicchetti Ivan)