MARCOZZI: “TUTELARE LA SALUTE DEI CITTADINI. D’ALFONSO MANTERRA’ LA PROMESSA?”
Riceviamo e pubblichiamo.
A 10 anni dalla scoperta della discarica di Bussi, fra colpevoli ritardi dei governi di centro-destra e centro-sinistra che si sono alternati sui diversi livelli istituzionali, siamo ancora fermi al palo rispetto alla tanto promessa indagine epidemiologica che farebbe luce sugli effetti che le contaminazioni avrebbero avuto sugli oltre 260.000 cittadini dell’intera Val Pescara.
Oggi si apprende che una “mini-indagine”, un sondaggio potremmo chiamarlo, verrà effettuata solo su 100 volontari, eppure numerosi sono stati gli annunci relativi alla volontà di intraprendere un serio e rappresentativo studio epidemiologico, di seguito ne riportiamo alcuni:
– Ansa, 3 marzo 2017: il Direttore Generale della Regione Abruzzo, Cristina Gerardis, riunisce gli attori chiamati a lavorare sull’indagine epidemiologica, tra i quali il Prof. Comba dell’Istituto Superiore di Sanità;
– La Stampa, 25 marzo 2017: “Con i quasi 4 milioni delle provvisionali a carico dei condannati – dice Gerardis – avvieremo una indagine epidemiologica sullo stato di salute delle 700mila persone che vivono qui”;
– Il Centro, 11 aprile 2017: “Bussi: indagine epidemiologica su 20 comuni della Val Pescara. Sono 260mila i residenti che hanno bevuto l’acqua del Campo pozzi Sant’Angelo: l’Aca ha fornito all’Istituto Superiore di Sanità i dati per avviare la valutazione dei fenomeni di contaminazione”.
“Mi domando per quale motivo il Presidente D’Alfonso non stia dando seguito agli annunci e alle dichiarazioni fatte negli scorsi mesi anche dal direttore Cristina Gerardis. Quale valore hanno le promesse di questo Governo regionale e del Presidente D’Alfonso?” commenta Sara Marcozzi, consigliere regionale M5S “E’ vergognoso e inaccettabile che, a distanza di 10 anni dalla scoperta del disastro ambientale, non sia stata ancora avviata una seria indagine epidemiologica vasta, che faccia luce sugli eventuali effetti che l’inquinamento possa aver avuto sulla salute dell’uomo”.
Infatti, l’Agenzia Sanitaria Regionale e il Dipartimento Salute della Regione Abruzzo, hanno messo in piedi uno studio ridottissimo, in quantità e qualità, per “verificare se vi sia tutt’ora in essere un inquinamento degli alimenti, delle acque, degli animali ed in special modo della popolazione, valutando per la prima volta il livello di intossicazione direttamente in campioni di urina di cittadini residenti” (delibera ASR 64/2017). Peccato che le analisi riguardino SOLO 100 volontari residenti entro un raggio di 5 km dal SIN e che le sostanze inquinanti che verranno cercate saranno solo piombo e mercurio, solo due delle numerose sostanze maggiormente inquinanti riscontrate nell’area SIN: arsenico, berillio, rame, vanadio, zinco, selenio, monocloroetilene, composti alifatici clorurati cancerogeni e non cancerogeni, As, Hg, boro, benzene, triclorometano, Benzo(a)pirene, Benzo(g,h,i)perilene.
Il Governo regionale, per questo mini-studio ha stanziato 100mila euro (altro che i milioni di euro annunciati!) da ripartire tra Arta (monitoraggio ambiente), Istituto Zooprofilattico (monitoraggio latte e uova) e ASR (campioni urine). L’indagine urine sarà effettuata da un ricercatore fornito di borsa di studio per ben 27.000 euro.
“Che fine fanno i milioni di euro che dovevano essere utilizzati per lo studio su 260mila cittadini? – si domanda Marcozzi – Può uno studio su 100 persone e su solo 2 sostanze inquinanti essere ritenuto scientificamente rappresentativo e valido? Noi crediamo di no! Se queste sono l’attenzione e le risorse, che il presidente D’Alfonso e il PD intendono riservano all’ambiente e alla salute dei cittadini abruzzesi, tanto vale non effettuare alcuno studio e non dilapidare questi 100mila euro inutilmente!”
“E la promessa di una seria indagine epidemiologica? resterà una delle tante promesse non mantenute dal Presidente D’Alfonso?” conclude Marcozzi.