ORSO UCCISO A PETTORANO, GIOVEDI’ NUOVA UDIENZA

Un esemplare di Orso Marsicano

L’avv. Michele Pezone: «Chiederemo che sia fatta giustizia per questa triste vicenda».

Agli atti anche una perizia balistica presentata dal consulente tecnico del WWF e della LAV.

Nuova udienza, il prossimo giovedì 25, del procedimento penale in corso davanti al Tribunale di Sulmona a carico del 64enne di Pettorano sul Gizio accusato di aver sparato nel settembre del 2014 a un orso bruno marsicano causandone la morte. Il WWF, rappresentato dall’avv. Michele Pezone, è parte civile in questo processo.

Finora ci sono state due udienze istruttorie: quella del 14 novembre 2017, nel corso della quale sono stati ascoltati tre testimoni citati dall’accusa: due carabinieri forestali e la figlia dell’imputato. Il 12 dicembre dello scorso anno sono stati sentiti, invece, il dottor Rosario Fico, responsabile del Centro di Medicina Veterinaria Forense di Grosseto, che ha riferito in merito all’autopsia effettuata sul corpo dell’orso, e il perito balistico Paride Minervini, consulente per il WWF e la LAV, il quale ha portato ulteriori elementi all’attenzione del Tribunale.

Nell’udienza del 25 gennaio saranno ascoltati i testimoni della difesa. Si dovrebbe passare quindi alla discussione, nella quale l’avv. Michele Pezone illustrerà in dettaglio la posizione del WWF chiarendone il punto di vista su questa vicenda. Nella stessa giornata potrebbe essere pronunciata pure la sentenza. Non è tuttavia da escludere che ci sia bisogno, per completare il processo, di una ulteriore udienza.

«Come abbiamo già avuto modo di dichiarare in altre occasioni – commenta l’avv. Pezone – siamo certamente soddisfatti della gestione rapida della vicenda giudiziaria, visto che si arriverà alla sentenza a pochi mesi dalla data di apertura del processo, e restiamo saldi nel convincimento che verrà fatta giustizia».

L’orso marsicano (Ursus arctos marsicanus Altobello, 1921) è una sottospecie unica al mondo e preziosissima per la biodiversità, che sopravvive con appena una cinquantina di individui concentrati prevalentemente in Abruzzo (e in piccola parte in Lazio, Molise e Marche). Un numero molto basso che porta la sottospecie sull’orlo dell’estinzione e rende necessarie e indispensabili eccezionali misure di protezione. In casi estremi, come quello in esame, anche a livello giudiziario.

 

FONTE: WWF ITALIA – Abruzzo

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