Tra le verdi montagne dell’Abruzzo si trovano antichi villaggi contadini che possono essere visitati e che rappresentano un viaggio indietro nel tempo. Si tratta delle pagliare, piccoli abitati frequentati già nell’antico Medioevo, che servivano da ricovero e deposito del fieno, da qui l’origine del nome,per i contadini che portavano il bestiame durante l’estate. Le pagliare erano veri e propri paesi agresti in miniatura, fatti di piccole case rurali di pietra a due piani, dove al piano terra c’era il bestiame, e sopra il contadino.Disposte attorno a un’aia comune, un’eccezionale testimonianza della cultura contadina della montagna abruzzese. Le pagliare vennero usate fino agli Anni ’60, ma poi furono abbandonate e iniziò per loro un lento declino, fatto di abbandono ed erosione. Finalmente oggi., molti degli antichi edifici sono stati ristrutturati e sono diventati dei musei a cielo aperto. Si trovano soprattutto nel Parco regionale Sirente-Velino, un’area naturale protetta istituita nel 1989 in provincia dell’Aquila. In questa zona, a poco più di mille metri di altitudine, si estende un grande altopiano dove si alternano pascoli e fitti boschi e dove sorgono tre degli antichi villaggi agresti: Pagliare di Tione, Fontecchio e Fagnano. Le bellissime pagliare di Tione sono le più famose. Sorgono su uno sperone roccioso allungato, affacciato su uno straordinario panorama montano. Il minuscolo abitato è formato da un centinaio di edifici restaurati, con un pozzo, vasche di pietra per la raccolta dell’acqua piovana e una deliziosa chiesetta. Qui un tempo d’estate vi si trasferiva tutta la famiglia. C’erano anche ampi spazi per coltivare i campi e pascoli per il bestiame. Al primo freddo si scendeva a valle. Non così bucoliche sono le pagliare di Fontecchio e Fagnano, ma anch’esse in fase di restauro. Molte delle costruzioni sono crollate, alcune sono state sistemate, ma la maggior parte conserva ancora portali e architravi di pietra e interni con pavimenti di calcare e tetti di legno e pietre. Un viaggio nell’antico, nel passato, nel vissuto in un angolo d’Abruzzo sconosciuto che si può fare in auto, a piedi o in bicicletta, tutto da visitare.