(ACRA) – “L’ennesima conferma che in Abruzzo la criminalità organizzata, già da diversi anni, ha messo radici. Un altro basilare tassello di un articolato puzzle che va completamente a smentire la tesi secondo cui la nostra regione, sul fronte delle infiltrazioni malavitose di matrice mafiosa, sia un’isola felice. La testimonianza più nitida che dà sempre più concretezza a un fatto ben specifico e cioè che per sradicare il cancro rappresentato dalle mafie, la strada maestra sia quella di colpirla nei patrimoni. Alla Procura della Repubblica di Vasto e alla relativa sezione della Guardia di Finanza il mio plauso più convinto per l’operazione che questa mattina ha portato alla confisca di beni immobili per un valore di circa 2 milioni di euro. Beni che torneranno nelle mani dello Stato al fine di essere poi utilizzati per scopi sociali”. E’ questo uno stralcio del comunicato stampa diramato dal Consigliere Leandro Bracco che attiene all’operazione portata a termine poche ore fa dalle Fiamme Gialle di Vasto in base a una specifica ordinanza di confisca emessa dal Tribunale di Chieti. Confisca che riguarda una sontuosa villa, due appartamenti e altrettanti terreni siti proprio nella città di Vasto e che la magistratura ha sancito essere frutto di proventi criminali. “Estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti e usura – riferisce l’esponente di Sinistra Italiana – sono state le attività preminenti grazie alle quali la criminalità organizzata aveva accumulato un ingente patrimonio tramite cui aveva acquistato i beni che stamane sono stati finalmente confiscati”. “L’elemento che mi preme evidenziare – sottolinea Bracco – riguarda da un lato il fittissimo vincolo parentale esistente fra le persone alle quali i beni erano intestati; circostanza, questa, tipica della ‘ndrangheta calabrese. Dall’altro la correlazione, sempre assai stretta, con un altro clan malavitoso di primissimo piano attivo a Roma. Dimostrazione, questa, che certifica come la criminalità mafiosa agisca in maniera non estemporanea bensì con modalità organizzate e pianificate capillarmente sul territorio”. “I miei complimenti più sinceri – rimarca Bracco – alla magistratura e alla Guardia di Finanza di Vasto. A distanza di ben 35 anni dal suo assassinio e proprio nel giorno della morte di colui il quale venne condannato dalla giustizia all’ergastolo quale mandante di quell’omicidio, gli insegnamenti del politico e sindacalista comunista Pio La Torre sono più che mai validi ed efficaci al fine di contrastare la criminalità mafiosa. Insegnamenti il cui architrave è quello della confisca dei beni derivanti da attività malavitose. Architrave che è la pietra angolare affinché il cancro in metastasi rappresentato dalle mafie – conclude Leandro Bracco – possa essere anche in Abruzzo estirpato”. (com/ndl)