Rivive la colonia italiana della scuola di Kristian Zahrtmann
di Antonio Bini
Nella secolare tradizione del presepio, intesa come rappresentazione della nascita di Gesù, si è sempre misurata la fantasia e creatività di artisti e artigiani, per la passione di tante persone, anche non credenti, trattandosi di un fenomeno che fa parte della cultura diffusa del nostro paese, trasmessa di generazione in generazione, tra storia, religiosità popolare e varianti territoriali, che resiste anche alla latente omologazione interculturale. E la risposta viene dalle tante iniziative promosse ancor oggi in ogni angolo d’Italia.
Tra le tante proposte, ci sembra meritevole d’attenzione quella realizzata dall’Associazione Culturale “Mousiké” di Pescara, che ha fatto la scelta di ispirarsi al patrimonio culturale lasciatoci dal Grand Tour, realizzando un imponente scorcio della scalinata che conduce alla monumentale Porta Flora (alta 120 cm.), posta sotto quella che fu un tempo la Pensione Cerroni, definita anche la “Casa dei pittori danesi”, nel piccolo paese di Civita d’Antino, nella Valle Roveto, che fu un frequentato cenacolo scandinavo sorto intorno alla figura del pittore Kristian Zahrtmann. Nella seconda parte dell’800 il maestro danese scoprì il paese abruzzese, rimanendo stregato dai suoi luminosi paesaggi, dall’ospitalità semplice della comunità di allora, dalla bellezza dei costumi femminili e dalla solennità dei riti religiosi, tanto da insediarvi la sua scuola estiva italiana, frequentata nel corso degli anni da artisti danesi, norvegesi, svedesi e finlandesi.
Enorme fu nel tempo la produzione di opere ispirate a Civita, tanto che Zahrtmann volle realizzare una mostra a Copenaghen nel 1908, dedicata esclusivamente ad opere di artisti vari aventi per tema il paese abruzzese. Tra i soggetti ricorrenti ritroviamo spesso proprio Porta Flora e la sua antica scalinata, poi denominata, non a caso, viale Scandinavia, che portava al paese e allora frequentata ininterrottamente da tante donne che quotidianamente scendevano con le loro conche ad attingere l’acqua per poi risalire in paese, non senza soste, dovute alla fatica, al caldo estivo, ma anche alle sollecitazione di fermarsi per scambiare qualche confidenza. Ma erano anche gli artisti che posizionavano spesso i loro cavalletti lungo la medesima scalinata. Tali opere si trovano esposte nei principali musei scandinavi e sono state recentemente riproposte nella mostra “I Italiens Lys” (La luce d’Italia), tenutasi a Copenaghen e Viborg in Danimarca e poi conclusasi a Lillehammer in Norvegia lo scorso giugno.
La ricostruzione operata nel presepe è liberamente ispirata a distinti quadri di Kristian Zahrtmann e Knud Sinding. Lo scorcio di Civita d’Antino è uno dei pochi rimasti integri dopo il catastrofico terremoto della Marsica del 1915, che determinò la fine dello straordinario cenacolo scandinavo. Per chi ha conosciuto queste e altre opere simili e percorre quella scalinata, oggi deserta e silenziosa, non è difficile sottrarsi dall’immaginare tante giovani donne vocianti e dai costumi colorati che davano vita al paese, ridotto negli ultimi decenni a poche decine di abitanti.
Il presepe, ideato dal prof. Luciano Cupido, con la sapiente collaborazione per gli allestimenti di Fausto Masciarelli e Giada Cupido, insieme ad altri collaboratori, intende ricordare, nel centenario della sua morte, il maestro Kristian Zahrtmann (1843-1917), che tanto amò l’Italia ed in particolare il paese abruzzese, come sottolinea il programma della rassegna, favorendo la conoscenza di questa straordinaria comunità di artisti, che dopo il 1915 scomparve, come la prevalente parte della popolazione.
Il grande presepe abruzzese, lungo 11 metri e ambientato nell’architettura tipica della regione, ha privilegiato in origine i costumi tipici tratti dalle collezioni borboniche e lorenesi. Sono presenti numerose statuine con i costumi dei seguenti paesi: Cappadocia, Castiglione Messere Raimondo, Chieti, Collelongo, Frattura (frazione di Scanno), Fucino, Mascioni (frazione di Campotosto), Mozzagrogna, Penne, Pescocostanzo, Pietracamela, Rivisondoli, Rosciano, Vasto, Villa Badessa, Villalago, Majella. In questo contesto si inseriscono armonicamente le donne di Civita, riprodotte nella diversificata testimonianza dei pittori scandinavi. Gli autori del presepe sono riusciti a conferire un tocco poetico d’insieme che non sfugge ai visitatori e in particolare alle scolaresche. Per le insegnanti è disponibile un foglio informativo.
La XVII edizione di “Un mondo di presepi”, organizzata da Mousiké, senza contributi pubblici, comprende inoltre una collezione di presepi provenienti da 78 paesi del mondo, a dimostrazione dell’universalità della tradizione cattolica che diventa anche un confronto tra le molteplici culture locali nel mondo globalizzato di oggi. L’ultimo esposto in ordine di tempo proviene dalle lontane Isole Samoa, a dimostrazione del grande viaggio nel tempo e nello spazio che offre la visita alla rassegna. La rassegna è allestita presso la sede dell’Associazione Mousiké, a Pescara – Via Piomba, 23 -, ed è visitabile gratuitamente ogni giorno, dalle ore 17 alle 19, fino al 5 gennaio 2018.