RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO DEL CONSIGL. REGIONALE AVV. MAURIZIO DI NICOLA:
“Tra le molte parole che ho ascoltato in queste settimane in merito alla “#NuovaPescara”, alcune mi hanno sedotto per forza evocativa, oltre che per lungimiranza. Su tutte: magia.
Il Presidente D’Alfonso ha parlato di “fatto magico”, in contrapposizione a critiche “alcoliche”. In effetti, siamo di fronte ad un fatto politico dal profilo senza dubbio magico o, per meglio dire, “alchemico”, inteso come il “colare insieme”, il “saldare”. Colare insieme le specificità di Pescara, Montesilvano e Spoltore per saldarle in una comunità nuova. Una comunità che in verità già esiste (in nuce), il cui popolo ha già votato in un referendum inequivoco con lo sguardo diretto verso il futuro, verso l’apertura alla novità.
Su questa sfida, tutta da giocare, si è innestata, a sproposito, la polemica del capoluogo di Regione. Una polemica che non c’è, perché due Città diverse, e complementari, non possono duellare, nè temersi.
Da uomo residente nelle aree interne, tra le terre alte, ho compreso che se la montagna spinge ad andare in alto, il mare invita ad andare avanti, direi oltre. La montagna insegna a sfide individuali in altezza, chiama alla ricerca; il mare, con i suoi porti, spinge ad esplorare oltre la linea dell’orizzonte, sempre presente e visibile, con viaggi collettivi. La gara individuale per scoprire i confini in un’ascesi verso Dio, che sostanzia ontologicamente il concetto stesso di ricerca, da una parte; la scoperta di andare più in là dell’orizzonte per incontrare nuove esperienze umane come base principale dello scambio e del commercio, dall’altra.
Non a caso, credo, L’Aquila vocata ad ospitare la ricerca scientifica e Pescara dedita all’intrapresa ed all’economia commerciale.
Questo vedo.
Per questo motivo la Nuova Pescara non poteva che accadere sulla costa. Lo sguardo lungo a cui convoca il mare, come portatore d’occasione d’incontro con gli altri, con altre culture e, quindi, al futuro come novità esperenziale. Qualcosa che ha a che fare con l’antropologia culturale, prima ancora che con la geografia amministrativa regionale.
Per questa ragione il tema del Capoluogo non si pone: L’Aquila è la storia nobile dell’Abruzzo, le radici ferme nel tempo e giustamente lì resta, e deve restare, il faro amministrativo regionale, ma la Nuova Pescara sarà il fronte regionale avanguardista: una Città dei “ponti” che “lega” in quanto Nuova, in quanto In-nova, e non in quanto Grande (o più grande), vocata allo scambio culturale e commerciale.
E neppure la tutela delle identità delle tre Città in fusione può far temere il percorso, perché lo strumento dei Municipi, attivabile dal nuovo Statuto comunale che verrà, consentirà di assolvere al dovere della memoria identitaria, laddove necessario.
In fondo, anche etimologicamente, il Municipio evoca l’assumere doveri, dunque ogni dovere che la pubblica amministrazione dovrà continuare a garantire specificamente a ciascuna singola comunità potrà essere garantito attraverso la funzione amministrativa del Municipio. Per tutto il resto, però, la condivisione delle forze nascente dalla fusione garantirà meglio l’esigibilità del diritto di ciascun cittadino alle prestazioni civili e sociali concedibili in questa epoca della storia degli uomini e innalzerà il livello della qualità della vita. Una nuova città funzione, e non solo spazio (che possa candidarsi ad ospitare l’aeroporto per droni quali vettori di mobilità per cose e persone, come immagina il Presidente D’Alfonso), è quella città nella quale vi è consapevolezza per il cittadino ed i corpi sociali di avere ruolo attivo nella costruzione dello spazio comunitario del domani.
Sarà un’occasione per l’intera Regione, certo non priva di insidie, ma sarà anche un’opportunità concreta di crescita lungo l’asse adriatico se tutta la classe dirigente regionale opererà sinergicamente.
I consiglieri regionali tutti sono impegnati a costruire i giusti equilibri prospettici (anche per le aree interne regionali) in previsione di questo fatto epocale; auguro ai Consiglieri comunali delle tre città, chiamati a contribuire alla scrittura della legge fondativa della Nuova Città, un entusiasmante buon lavoro costituente, nell’interesse della loro comunità.”.