ADELCHI SERENA – L’AQUILANO MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI E SEGRETARIO DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA

Adelchi Serena nasce a L’Aquila il 27 Dicembre del 1895 è stato un politico italianoMinistro dei Lavori Pubblici e Segretario del Partito nazionale fascistaLaureatosi in giurisprudenza e sostenuti gli esami da avvocato, parte volontario nella Prima guerra mondiale come ufficiale nel corpo dei Bersaglieri. Nel 1921 si iscrive al Partito nazionale fascista (PNF). Ad Aquila (oggi L’Aquila) è prima segretario federale (1922 – 1923) poi podestà (1926 – 1934). Dal 1924 è anche deputato (fino al 1939), poi consigliere nazionale fino alla fine del regime. Nel 1927, sindaco del capoluogo abruzzese, sponsorizzò la nascita della “Grande Aquila“, con la soppressione e l’accorpamento al comune di Aquila degli Abruzzi dei comuni di Arischia, Bagno, Camarda, Lucoli, Paganica, Preturo, Roio, Sassa e la frazione di San Vittorino di Pizzoli. Nel 1947 Lucoli sarà il solo che ritornerà comune autonomo a differenza degli altri sette. La sua ascesa politica all’interno del PNF passa attraverso le cariche di membro del Direttorio del partito; membro del Gran Consiglio del fascismo e Console Generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. È anche membro della Corporazione delle Costruzioni edili. Dal 1933 al 1939 è vicesegretario del partito e si occupa soprattutto di politiche sociali. La sua firma non compare nel 1938 tra i sottoscrittori del famigerato Manifesto della razza. Nel biennio 1935 – 1936, mentre Achille Starace è impegnato nella guerra d’Etiopia, diventa “reggente” del PNF e gestisce con impegno la macchina propagandista e burocratica del partito.

Nel biennio 1939 – 1940 è ministro dei Lavori Pubblici, poi subentra ad Ettore Muti assumendo la segreteria del PNF. Come segretario del partito, Serena effettua un ampio rinnovamento dei quadri federali e, per assicurarsi un più diretto controllo sul partito nelle province, istituisce la carica di ispettore del PNF. Suo obiettivo principale è restituire al partito una posizione di predominio nella vita del regime, sotto il pieno controllo della segreteria. A questo periodo (29 ottobre 1941) risale una lettera con la quale si lamenta della “troppa libertà in cui vivono gli internati ebrei del campo di internamento di Campagna” e chiede “provvedimenti conseguenti da parte delle forze di polizia del regime”. Dopo aver elaborato un più profondo progetto di riforma del PNF (mai attuato), viene sostituito da Aldo Vidussoni. Il motivo scatenante della sua destituzione è una furibonda lite col ministro dell’agricoltura Giuseppe Tassinari, avvenuta nell’anticamera del duce. Subito dopo Serena chiede e ottiene di andare a combattere in Croazia come Tenente Colonnello di complemento dell’11º Reggimento Bersaglieri, venendo decorato con la Croce di Guerra al Valore Militare per i fatti bellici del settembre 1942 (decorazione ratificata solo nel 1949). Dopo il 25 luglio del 1943 e la caduta del regime, Adelchi Serena non aderisce alla Repubblica Sociale. Rifugiatosi presso strutture ecclesiastiche, resta nella clandestinità anche dopo la liberazione di Roma. Processato in contumacia dagli Alleati, è assolto nel 1947. Dopo il processo si allontana dalla politica attiva e si ritira a vita privata. Muore a Roma nel 1970 .

 

 

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