Bancarotta fraudolenta patrimoniale, distruzione dei libri contabili e sottrazione di denaro senza giustificazione contabile. Gravi alle accuse formulate dalla procura di Roma verso tre cittadini di Aielli e un imprenditore romano.
Le indagini sono chiuse e per gli indagati ci sarà molto probabilmente un rinvio a giudizio con relativo processo.Si tratta tre marsicani e un imprenditore di Roma che dovranno rispondere di fatti che vanno dal 2013 al 2016.
Sotto accusa l’amministratore di un’azienda informatica, M.B., 39 anni, di Aielli, che è accusato del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale perché, secondo la procura di Roma, in qualità di amministratore unico da ottobre del 2013 a settembre del 2015 della società a responsabilità limitata, dichiarata fallita con una sentenza del tribunale capitolino nel 2017, avrebbe sottratto dalle casse della società importi di denaro per un totale di circa 40mila euro senza una giustificazione contabile.
L’altro amministratore, G.B., 55 anni, romano, è accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale aggravata, mentre era in carica, dal settembre 2015 al mese di ottobre 2016, avrebbe distratto o comunque dissipato l’azienda, ceduta a un’altra società per il prezzo di 3.138 euro, ritenuto incongruo dalla Procura di Roma. In tal modo, secondo l’accusa, avrebbe privato la società del proprio attivo e di ogni risorsa necessaria alla prosecuzione dell’attività.
Con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, secondo gli inquirenti avrebbe tenuto i libri e le altre scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, a causa della incompletezza e della irregolarità della documentazione.
Pesanti le pene in caso di futura condanna : da 3 a 10 anni di reclusione.