Alpinista dal sapore internazionale sin dai primi anni ‘70, Alessandro Gogna sarà l’ospite d’onore della versione estiva del Mountain Festival ovindolese. Sotto gli auspici di un mese di luglio tutto fuoco, ma solo dal punto di vista dell’emozione e del sentimento, l’organizzazione stringe un patto d’acciaio con la qualità dei professionisti del settore. Un alpinista letterato, scrittore delle vette ideali e delle sconfitte rielaborate sulle montagne, farà da padrino all’edizione di quest’anno.
Affidarsi all’esperienza appassionata di una guida esperta. La moralità pura, interna alle sfide lanciate contro una vetta montuosa, ha sempre fatto parte del DNA di un alpinista di cuore e non solo di corpo. Il 23 luglio 2016, sarà una data rossa, da ricordare, punto fermo dell’agenda elettronica del tablet dei cultori della montagna. L’alpinista genovese Alessandro Gogna, alle ore 18,30 del giorno suddetto, sarà l’ospite d’eccezione dell’edizione estiva dell’Ovindoli Mountain Festival, ossia la celebrazione in formato turistico e prêt–à–porter della montagna d’Abruzzo. Sono poche le occasioni in cui uno sportivo ha tempo di godersi l’anima più divertente e rilassante dello sport che pratica. Come chi decide di sfidare l’aria robusta di una montagna: sulla vetta, si ricerca sempre una vittoria e, ai piedi di essa, l’illustrazione di un obiettivo da domare. Quante vette ha scalato, fino ad ora, Alessandro Gogna? Più o meno 500 prime ascensioni fra Alpi, Appennini ed altre catene montuose. Come a dire che, la montagna, non è mai una ‘gogna’ per l’uomo.
Un alpinista di fama internazionale, cresciuto a pane, montagna e ideali ambientalisti. Gogna è, nella vita di tutti i giorni, una guida alpina ed un opinion maker sulle problematiche turistico-ambientali connesse alla montagna. Il Mountain Festival Summer Edition, quindi, ha premuto il tasto dell’acceleratore su un programma attrattivo a tutti i livelli, anche culturali ed esperienziali. A meno di 20 giorni dal suo inizio, il Festival si è posto come obiettivo primario quello di creare «una maggiore consapevolezza verso la nostra natura e la nostra montagna. Ad oggi, – spiegano gli organizzatori, ‘fratelli’ di passioni ed obiettivi comuni – sono tante ed anche variopinte le manifestazioni che si occupano di mantenere vivi e curati i nostri borghi storici ed il verde a loro intorno. È il caso di citare, a tal proposito, il Festival della Montagna dell’Aquila (14, 15 e 16 ottobre l’edizione di quest’anno), appuntamento fisso per gli amanti dell’alta quota fin dal 2014, capace di permeare di originalità, coscienza e conoscenza tutti i partecipanti circa i segreti rocciosi. Il mainstream di fondo è: valorizzazione della montagna, la nostra nobile vicina di casa». L’Ovindoli Mountain Festival, quindi, lega le sue trame di sviluppo turistico del Parco anche ad altri destini. Il 1 novembre 2016, infatti, durante l’attesissimo Ponte di Ognissanti, il calendario si tingerà nuovamente di rosso grazie agli ‘OpenDays Abruzzo’: una novità assoluta, questa, rispetto alla logica della promozione turistica delle nostre vette regionali. Sotto l’egida della Regione Abruzzo, di fatti, si tornerà ancora una volta a parlare di montagna. «Sarà un evento-vetrina per tutta la zona montuosa abruzzese – sintetizzano gli organizzatori del Mountain Festival di Ovindoli – che permetterà di conoscere più a fondo i nostri territori, dipinti dai colori dell’autunno». Ed il pensiero di un ospite sensazionale come Gogna, si riallaccia proprio a questo scopo prioritario: questo alpinista italiano è, sin dal 1982, infatti, editore di numerose pubblicazioni sulla montagna e sulla sua tutela. Storia dell’alpinismo, geografia precisa e puntuale dei nostri italianissimi luoghi da fiaba ed il massimo rispetto di Madre Terra: Gogna fu uno dei primi alpinisti ad occuparsi dei problemi del turismo in montagna, anche in qualità di fondatore di ‘Mountain Wilderness’ (1988). Ben 17 pubblicazioni, infatti, hanno costellato, alla pari di stelle di conoscenza e di sapienza, la sua carriera sportiva ed umana al tempo stesso, assorta nell’enfasi della montagna. L’ultima fatica letteraria, dal titolo di ‘La pietra dei sogni’ (‘Versante Sud’ per la collana ‘I rampicanti’, 2015) verrà presentata proprio fra i rimbombi del Parco Sirente-Velino, nell’ambito del Festival ovindolese, e punterà a tinteggiare di ricordi l’esperienza unica del mito dell’arrampicata nell’Italia Meridionale, a trentatré anni di distanza dal fatto compiuto, per tentare di allargare la visuale classica dell’alpinista di oggi. Un libro che persegue le preziose testimonianze di chi, come Manolo e Marco Bernardi o di chi come Roby Manfrè, Gabriele Beuchod e Ornella Antonioli, a cui l’opera, peraltro, è dedicata, visse l’illusione della scoperta, l’elastica realtà della dura roccia che si ha di fronte ed il sogno che non molla mai. Grazie al supporto dei partners multimediali di Radio Globo e WiTel, Ovindoli, quest’anno, riscriverà i capitoli storici di un’avventura, quale quella dell’uomo che torna in vita grazie agli abbracci selvaggi, ma buoni della sua prima madre putativa, la Natura.