di Alina J. Di Mattia
La storia di un banchiere intuitivo e sagace che cambiò le sorti di San Francisco e di centinaia di italoamericani. L’uomo che investendo sul popolo investì sul suo stesso futuro
Uno straordinario personaggio, un precursore dei tempi, un uomo d’affari incredibilmente lungimirante che rivoluzionò completamente il modo di fare ‘Banca’.
Il nome di Amadeo Peter Giannini campeggia in Montgomery Street, nei pressi del Financial District di San Francisco, la città che deve la sua rinascita proprio a questo gigante di origine italiana quasi del tutto sconosciuto in Italia e meno famoso, ahimè, di Vito Corleone!
Eppure senza di lui oggi non esisterebbe il celeberrimo Golden Gate Bridge e forse non avremmo visto neppure i film di Walt Disney. Senza Giannini, probabilmente, Charlie Chaplin sarebbe rimasto un perfetto sconosciuto.
Inserito tra i “builders and titans” che hanno fatto la Storia degli Stati Uniti d’America e omaggiato nel 1973 dal servizio postale americano con l’emissione di un francobollo con il suo ritratto, Amadeo Peter Giannini fu il primo banchiere a credere negli imprenditori e nei loro progetti in un periodo in cui le Banche concedevano mutui soltanto a chi avesse già soldi, il primo a servirsi della pubblicità, il primo a finanziare la vendita a rate di un’automobile, il primo ad offrire prestiti alla classe operaia.
Frank Capra, divenuto uno dei suoi più cari amici, lo ringraziò a suo modo immortalandolo nel personaggio di George Bailey de ‘La vita è meravigliosa‘.
Chi era Amadeo Peter Giannini?
Nato nel 1870 da genitori provenienti da Favale di Malvaro (GE), emigrati negli Stati Uniti in cerca di fortuna, Giannini inizia a lavorare giovanissimo nel mondo del business. Quando gli viene affidata l’amministrazione della Banca Columbus Saving & Loan, questi propone al Consiglio di Amministrazione di puntare su operai e migranti desiderosi di migliorare la loro vita e quindi potenzialmente ottimi clienti. Al rifiuto del Consiglio, Giannini si licenzia e decide di aprire una sua banca all’interno di un saloon, cominciando a prestare soldi a piccoli artigiani e commercianti italiani che trovavano ovunque le porte sbarrate. In poco tempo la sua Bank of Italy raccoglie 700 mila dollari in depositi, una cifra che oggi equivarrebbe a 15/20 milioni di dollari!
All’alba del 18 aprile 1906, un devastante terremoto colpisce San Francisco.
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Ulteriori informazioniMentre le altre banche chiudono, Giannini piazza due botti di vino e un’asta di legno sul molo e comincia a promettere credito a tutti. La garanzia? I calli sulle mani e una stretta di mano! Offre denaro a mercanti, operai, agricoltori che hanno perso tutto e vogliono ricominciare. Finanzia le aziende agricole degli italiani, investe sul cinema muto quando ancora Hollywood e le sue ricche potenzialità erano sconosciute, accorda un prestito a Walt Disney per la realizzazione di ‘Biancaneve e i sette nani’, contribuisce alla costruzione di uno dei ponti più famosi al mondo, il Golden Gate.
A lui si devono gli aiuti all’Italia del Piano Marshall con prestiti senza interessi. Il suo sostegno è fondamentale per far ripartire gruppi industriali come la Fiat, a cui presta denaro sufficiente a riprendere l’attività produttiva.
Quando nel 1949 Giannini muore, la sua Bank of Italy, divenuta nel frattempo Bank of America, è la prima banca al mondo. Al suo funerale a San Francisco, nella stessa piazza che porta il suo nome, insieme agli esponenti dell’Alta Finanza prenderanno parte operai, mercanti, contadini e gente comune che il grande italiano ha aiutato quando le porte delle altre banche erano serrate. Sebbene avesse potuto diventare miliardario, alla sua scomparsa il suo patrimonio viene valutato circa cinquecentomila dollari, poiché per anni rifiutò stipendio e premi annessi.
La targa all’ingresso dell’edificio della Bank of America a San Francisco recita ‘Ad Amadeo Peter Giannini, fondatore della Bank of Italy […] Alla sua filosofia di servizio per tutti, sono dedicati questo edificio e tutte le persone che hanno lavorato per la banca che lui ha ispirato’.
Un omaggio a quella miriade di persone costruttive e produttive che creano ma che non avranno mai i mezzi giusti per realizzare i loro progetti, la stessa gente che Giannini amò tanto e che trasformò il volto di San Francisco, immortalando per sempre uno straordinario italoamericano in un gigante della Storia.
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