Oggi nel telefonare al sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, per gli auguri di Santo Stefano, come non soffermarsi sulla situazione del popolo di Amatrice, e del suo territorio. La voce del sindaco dopo un saluto amichevole, ha subito preso una tonalità sofferente, nel ricordare gli attimi del terremoto, nel guardare il presente ancora incerto. ” Amatrice resta quello che c’era, subito dopo il sisma, un cumulo di macerie. Sessantaquattro famiglie di Amatrice hanno passato il loro secondo Natale in mezzo ad una distesa di macerie e neve ghiacciata. Senza casa, e in alloggi di fortuna. Molti possono contare già da tempo sugli alloggi, altri, invece non ancora. Non si possono prendere in giro questi poveri cristi. Bisogna fare presto” . Se da un lato c’è chi una casa d’emergenza (Sae) ce l’ha, sono 466 in totale le case consegnate, dall’altro c’è chi ancora le attende: sono 64 le case non ancora consegnate. Mancano abitazioni d’emergenza nelle frazioni di San Tommaso, Domo, Collemoresco, Preta, San Cipriano, Collemagrone, Nommisci, Pinaco Arafranca, Voceto e Cossito. Senza contare i casi in cui, le Sae, le soluzioni abitative di emergenza, sono state consegnate incomplete, per evitare che la ditta appaltatrice venisse multata. Notevoli sono i problemi alla coibentazione dei tetti e ai riscaldamenti degli alloggi provvisori. La gente è stanca, non possiamo rischiare la vita senza acqua o peggio, senza riscaldamenti. Qui si rischia la morte tutte le notti, quando le temperature scendono”. Un attimo di silenzio opaca la nostra telefonata, il freddo gelido avvolge il mio corpo, la mente spazia tra le note, il sindaco sottolinea ” restiamo tra il nostro dolore che rimane vivo, senza che nessuno cambi questa situazione”. Chiedo al sindaco, se la sua scelta di candidarsi alla regione, in una lista civica, sia il risultato di tanta sofferenza ” solo chi è al di sopra dei poveri comuni puo’ risolvere questo stallo di ritardi, lo faccio per il mio popolo, lo faccio per la mia gente, non possiamo attendere che la luce della speranza si spenga per sempre”. Parole che segnano la mia telefonata, parole che gettano nel cuore gli sguardi di chi soffre, non si puo’ acclamare soltanto quando la ferita è appena aperta, bisogna esser presenti sempre, finchè Amatrice sarà rinata. Amatrice, come tutte quelle terre segnate da queste grandi disgrazie. ” dal mio cuore signor Sindaco, come giornalista, sarò presente per dare luce sempre alla vostra terra, come lo farà la testata giornalistica che mi coordina, fare notizia significa dare voce al popolo. Non posso augurarle un buon Natale , perchè è trascorso con le stesse sofferenze di un anno fa, ma le posso garantire la nostra presenza, per la popolazione che ha bisogno di realtà e non lodi”.
“Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un imprestito, non voltar le spalle” – Matteo 5:42
( Cicchetti Ivan )