“L’assise civica “non fotografa” la reale espressione della volontà popolare”.
La Coalizione Di Pangrazio non partecipa al voto per protestare contro l’elezione “illegittima” dei gruppi consiliari da parte di “un’assise civica semi-abusiva”. L’atto politico, in coerenza con il ricorso al Tar mirato a “ridare dignità al voto popolare calpestato dalla commissione elettorale”, dopo aver presenziato al giuramento del nuovo sindaco, Gabriele De Angelis, “legittimamente eletto dai cittadini al secondo turno”, i sette consiglieri “non riconoscendo parte del consiglio” hanno abbandonato l’aula. Il consigliere Fiore Ferdinando Boccia ha contestato la legittimità della convalida della nomina del consigliere Mariano Santomaggio, secondo lui minata all’origine da un contenzioso con il Cam, che Santomaggio ha definito ‘inesistente e frutto di un errore’.
“A seguito della richiesta di Ferdinando Boccia – si legge in una nota diffusa dalla coalizione di Di Pangrazio – è emerso che tra le dichiarazioni di conformità, che avrebbero dovuto essere prodotte dai Consiglieri eletti almeno 24 ore prima della seduta odierna, mancavano quelle di Mariano Santomaggio e Vincenzo Ridolfi. L’intervento e le evidenze sono state messe a verbale, come da richiesta del consigliere Boccia.”
“A nome del 50,3% degli elettori avezzanesi”, ha avvertito Giovanni Di Pangrazio, “invito il Sindaco ad aspettare il giudizio del Tar prima di assumere qualsiasi atto amministrativo. Non avventuratevi, pertanto, in sentieri tortuosi perché poi sarà difficile per voi tornare indietro”.
“La democrazia, lo sanno anche molti esponenti della maggioranza provvisoria, alla fine vincerà”, ha concluso Di Pangrazio, “Questo Consiglio è illegittimo e avrà vita corta. Ringrazio i miei meravigliosi 240 candidati e la maggioranza dei cittadini di Avezzano che ha sostenuto le liste della mia coalizione, assegnando loro oltre il 50% dei consensi. A loro risponderemo costantemente e, come loro ci chiedono, ci impegneremo per ristabilire al più presto la democrazia e ci batteremo, forti di una larga maggioranza in consiglio comunale, per portare avanti il programma concordato”.