Grazie alla tenica dell’inseminazione esterna alla coppia, mamme anche a 53 anni.
Si punta incentivare le donazioni del cordone ombelicale (attualmente 20 l’anno) da cui su ricavano cellule staminali per combattere le malattie del sangue.
AVEZZANO – Lo scorso anno ad Avezzano 12 bebé partoriti da donne (anche di 53 anni) che, dopo essersi sottoposte a fecondazione eterologa in centri specializzati, hanno deciso di portare a compimento la gravidanza nel reparto di ostetricia dell’ospedale marsicano. Un fenomeno in crescita dovuto al fatto che il primo figlio si fa in età sempre più avanzata, compromettendo così le capacità di fecondazione e costringendo la donna a ricorrere all’inseminazione ‘esterna’. La tecnica eterologa consente di fecondare la donna con l’utilizzo di gameti femminili (ovociti) o maschili (spermatozoi), frutto di donazioni da parte di soggetti esterni alla coppia. Da gennaio a oggi, sono 7 i bambini partoriti a ostetricia di Avezzano da donne che hanno fatto ricorso all’ eterologa. Ciò significa che, al termine dell’anno corrente, la cifra potrebbe salire di qualche unità. Intanto sul complessivo fronte nascite il contatore, dal gennaio scorso a oggi, ha toccato quota 463, con un calo (generalizzato in tutta Italia) di 30 parti rispetto allo scorso anno. Il decremento è riconducibile al minor apporto procreativo degli immigrati che, in seguito alla crisi economica degli ultimi anni, hanno lasciato l’Italia (in questo caso la Marsica) per cercare lavoro all’estero. Si tratta, in particolare, di coppie dell’Est d’Europa, attratte da Paesi come la Germania soprattutto per il settore dell’edilizia. A ciò va aggiunto che un’ ampia quota di immigrati del Nord Africa (soprattutto Marocco) si è trasferita, sempre per motivi di lavoro, in altri paesi europei (in particolare in Francia), facendo scendere ulteriormente il numero di nascite. A dispetto della denatalità, che da anni impoverisce le culle di tutti gli ospedali italiani, il reparto di ostetricia di Avezzano, in base al ritmo di parti, a fine anno manterrà comunque le due cifre, attestandosi oltre la soglia dei 1.000 parti annui, poco al di sotto dei 1.080 del 2016. Il reparto di Avezzano, già da diversi anni, riesce a confermare un distintivo d’eccellenza perché mantiene basso il numero dei parti cesarei: 30% contro la media nazionale del 37%: si tratta di un parametro di valutazione, adottato dal Ministero della Salute, per misurare l’efficienza dei reparti di ostetricia. Ad Avezzano, tra l’altro, si punterà alla sensibilizzazione delle donazioni del cordone ombelicale, da cui si possono prelevare le cellule staminali con cui curare malattie del sangue tra cui, per esempio, le leucemie. “Dando maggiori e più puntuali informazioni alla donne”, dichiara Giuseppe Ruggeri, direttore del reparto, “vogliamo incentivare la donazione del cordone ombelicale, cercando di andare ben oltre le 20 annue. Questa donazione non comporta alcun problema di salute per la donna che partorisce e contribuisce a incrementare la banca regionale del cordone ombelicale, rafforzando le scorte per combattere le patologie del sangue”.
Fonte Asl 1 Abruzzo
Redazione ilfaro24.it