“Nemo propheta in patria”. Puntare sulle infrastrutture sicure, ecocompatibili e durature: il trasporto ferro – nave.
Abbiamo sempre criticato le scelte di favorire il trasporto su gomma rispetto a quello su ferro.
Abbiamo in questi anni evidenziato che la ferrovia Roma – Pescara collegava negli anni ’70 i due mari (Tirreno – Adriatico) in tempi di 2 ore e 58 minuti, la metà circa di quelli che si impiegano oggi.
Abbiamo perorato l’accordo di cooperazione tra le Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale e quelle del Mar Adriatico Centrale per l’istituzione di un ramo trasversale nel Corridoio V Mediterraneo, che, partendo dal porto catalano di Barcellona, arrivi al porto di Ploce (Croazia) mediante la direttrice Civitavecchia-Ortona e l’uso della ferrovia Roma – Avezzano – Pescara (con minor impatto ambientale), ma soprattutto abbiamo perorato la cooperazione per il funzionamento degli Interporti interni strategici per le aree montane.
Avevamo sollecitato la circolazione dei tanto attesi e promessi treni veloci e musicali (Jazz, Swing,..) con orari e tariffe migliori.
Ci eravamo schierati contro l’aumento autostradale più alto d’Italia, dopo una tratta di Bergamo.
Invece constatiamo che, solo dopo un evento tragicamente luttuoso, ci si accorge della precarietà delle tratte autostradali, non adeguatamente manutenzionate e sottoposte a controlli più rigorosi.
Solo oggi ci si accorge che i viadotti (tra A24 e A25 sono 339) hanno ferri esposti e che, se sottoposti a un nuovo sisma, sarebbero poco o per nulla resistenti.
Solo oggi si sta ragionando di distanziare i tir di 200 metri per evitare la tragedia di Genova, oppure di togliere le concessioni e di nazionalizzare, e, al massimo, di chiudere le tratte.
Eppure la soluzione è lì di fianco. La Ferrovia.
Persino i cinesi investono di più in ferrovia, questo perché è una soluzione a basso impatto ambientale e che ridurrebbe drasticamente il passaggio di Tir sulle autostrade, evitando altre disgrazie come la cisterna esplosa sulla A-14 a Bologna lo scorso 06 Agosto.
E` tempo di ragionarci con serenità per gettare le basi di infrastrutture sicure, ecocompatibili e durature.
Da ultimo ricordiamo che il collegamento ferroviario Avezzano – Pescara e viceversa ancora non trova una soluzione che sia almeno accettabile e che eviti l’isolamento della Marsica dalla costa adriatica. Le aree interne sono gelide durante l’inverno e la circolazione ferroviaria dà più sicurezza, evitando così incidenti stradali e autostradali e riducendo drasticamente l’inquinamento atmosferico.
Vogliamo per forza viaggiare con i mezzi propri? E’ ora di restituire ai cittadini servizi adeguati e orari razionali senza sperpero di risorse pubbliche.
Il Segretario del PD di Avezzano Giovanni Ceglie ed Aurelio Cambise (PD)