Di Alfio Di Battista.
INVESTIMENTI PRIVATE BANKING / AVEZZANO – Venerdì parlavo con un cliente che mi chiedeva rassicurazioni sul futuro di MPS e in particolare voleva sapere come mai agli inizi di luglio le nostre azioni e le nostre obbligazioni subordinate erano crollate.
Bisogna premettere che nell’autunno del 2015 l’EBA, l’autority europea aveva approvato a pieni voti il piano di dismissioni dei crediti in sofferenza che prevedeva 5,5 miliardi netti entro il 2018. Trascorsi però 7/8 mesi, lo scorso 26 giugno, l’EBA invia una lettera ad MPS chiedendole di raddoppiare le sofferenze da dismettere, quindi non più 5,5 ma ben 10 miliardi, che è un po come se, il tuo medico nutrizionista, ti fa un programma per dimagrire di 5,5 Kg in tre mesi, ma dopo una settimana ti richiama per dirti che devi scendere di 10 Kg nello stesso arco di tempo. È chiaro che qualcosa nella tua dieta lo devi rivedere, ed è esattamente ciò che ha fatto MPS
Lunedì 4 luglio, Repubblica mette la notizia in prima pagina. Tra lunedì e martedì MPS crolla in borsa perdendo il 35%. Sarebbe interessante sapere se la CONSOB abbia ritenuto utile verificare quante posizioni ribassiste sono state aperte sul mercato tra il 26 giugno e il 3 luglio e soprattutto chi le ha aperte, magari ci sarebbe da rimanerne sorpresi. Certo è che gli operatori del Private Banking ma anche delle altre filiere della banca, hanno vissuto 2 settimane nel fuoco incrociato dei clienti preoccupati per i loro risparmi, dei media che alimentavano le paure con una disinformazione becera e della concorrenza che strumentalizzava in maniera indegna tutta la vicenda.
Forse non tutti sanno che i famosi Monti Bond usati sul finire del 2012 per il rafforzamento patrimoniale di MPS sono stati integralmente restituiti dalla Banca allo Stato con l’ultimo miliardo estinto nel 2015. Sul prestito è stato pagato un tasso del 9,5% annuo. L’ultima tranche di interessi è stata invece convertita in azioni ora detenute dallo stato per circa il 4% del valore capitale complessivo.
Questo per dire che lo Stato italiano, grazie al prestito dato ad MPS ha guadagnato 380 milioni l’anno di interessi.
Quanto ai famigerati stress test, che altro non sono, che simulazioni di scenari economici molto avversi, ma appunto, trattasi di scenari ipotetici, era già noto che MPS non li avrebbe superati, proprio per la mole dei crediti in sofferenza.
Ora, a seguito del piano presentato dal management della banca coadiuvato da Mediobanca, Lazard e JP Morgan, la storia è notevolmente cambiata. MPS cederà al mercato circa 27,7 dei 47 miliardi di NPL , che tra l’altro sono assistiti per il 60% da garanzie reali, il che è certamente un valore.
L’operazione avverrà a condizioni di mercato, ciò vale a dire che lo Stato non c’entra nulla, altrimenti ben difficilmente Bruxelles avrebbe dato il via libera al piano.
Oltre alle dismissioni dei crediti deteriorati è previsto un aumento di capitale fino a 5 miliardi, ma si badi bene, fino a 5 vuol dire che non necessariamente bisogna arrivare a 5 perché l’EBA, l’autority europea, di concerto con BCE ha ritenuto che MPS possa non tener conto delle cessioni ai fini della ponderazione dei rischi sui crediti che tradotto vuol dire avere in mano l’opzione di ridurre il fabbisogno di almeno 2 miliardi.
Quando con il cliente ci siamo salutati gli ho detto di godersi la vacanza, lui mi ha ringraziato dicendomi che certe volte, guadagnare in consapevolezza ti da più serenità del guadagnare denaro.
Alfio Di Battista