Si è svolto lo scorso 12 novembre il Consiglio comunale nel centro rovetano in un clima piuttosto acceso per i numerosi punti all’ordine del giorno e per il passaggio all’opposizione di un membro della maggioranza. La Consigliera Alessia Fantozzi, già nei giorni scorsi, aveva comunicato l’uscita dal gruppo di maggioranza e nel corso del Consiglio comunale ha ufficializzato l’ingresso nel gruppo Un Paese in Comune dopo la formale dichiarazione di accettazione da parte del capogruppo Francesco Piacente.
“Ho assunto una decisione autonoma e di cui sono estremamente convinta, coerente con il mio stile che ho dimostrato fin dal primo giorno del mandato amministrativo – così dichiara la Consigliera Fantozzi – in questi due anni ho sempre assunto decisioni ragionate e con convinzione, senza mai cambiare idea a differenza di chi con grande facilita in questi anni ha cambiato opinione continuamente”. A fronte della decisione della Fantozzi si è acceso il confronto in aula, in particolare dopo che il Sindaco ha ritenuto di apostrofare la collega. “Ciciotti per l’ennesima volta ha dato un pessimo esempio di fronte al Consiglio comunale e al paese – dichiarano i consiglieri di opposizione – l’offesa rivolta alla collega Fantozzi, apostrofata “saltimbanco” è una volgarità inaccettabile. Questo atteggiamento scadente da parte del Sindaco sta portando questo paese nella preistoria della politica e non c’è un solo consigliere della sua maggioranza in grado di mettere fine a questa vergogna. Se il Sindaco e i suoi avessero un minimo senso del dovere e del pudore dovrebbero dimettersi e mettere fine a questo scempio. Tutta la nostra solidarietà alla collega Fantozzi”.
Il Consiglio è poi proseguito sui vari punti e altrettanto duro è stato lo scontro sulle modifiche statutarie proposte dalla maggioranza per l’elezione del presidente del Consiglio. “Sono otto mesi che il Consiglio comunale è privo del suo Presidente dopo le dimissioni di Francesco Bisegna. La maggioranza non ha più i numeri per eleggere un nuovo presidente e così, invece di aprirsi ad un confronto con l’opposizione, decide di cambiare lo statuto e abbassare il quorum per l’elezione. Uno strappo istituzionale grave e antidemocratico: non si cambiano le regole durante la partita. Un’amministrazione comunale che perde i pezzi e per eleggere un nuovo Presidente è costretta a forzare le regole non ha più nessuna credibilità, come ormai i nostri concittadini hanno ben chiaro”.