CASO RAGUSA, IL FIGLIO DANIELE ROMPE IL SILENZIO: HO SEMPRE CREDUTO NELL’INNOCENZA DI MIO PADRE E ORA È GIUNTO IL MOMENTO DI RISPONDERE A CHI MI ACCUSA DA ANNI DI ESSERE MANIPOLATO.

Daniele Logli

Li abbiamo visti in quelle foto duplicate a ripetizione dai media. Guardo schivo ma deciso lui, Daniele, dolce e ammaliante lei, Alessia. 

Bersagliati e continuamente messi in discussione dalla stampa, i figli di Logli ieri sera hanno voluto far sentire la loro, di voce. 

A prendere una posizione netta è stato Daniele, finito suo malgrado troppo spesso e senza alcun diritto di replica al centro di discussioni e pettegolezzi che, con la sua di persona, sostiene, non hanno niente a che vedere. 

Il figlio maggiore di Logli ha deciso di rompere il silenzio e lo ha fatto scrivendo una lettera indirizzata a Quarto Grado. “Fin dal primo momento in cui ho parlato in pubblico sono stato accusato di essere stato plagiato e, a fatica, ho sempre sopportato mordendomi la lingua […] nelle ultime settimane la situazione è precipitata e adesso non riesco più a sopportare il silenzio”. 

Non usa mezzi termini, prende posizione e dimostra di avere personalità e carattere da vendere. 

Senza remore Daniele – che gestisce insieme a Sara Calzolaio l’autoscuola di famiglia – spiega con estrema chiarezza il suo punto di vista. Il punto di vista di chi, troppo spesso, è stato ingiustamente deprezzato e additato come un burattino nelle mani del padre: “Trovo queste accuse immeritate, ogni volta che ho parlato a difesa di mio padre l’ho fatto di mia spontanea volontà perché sono – e sono sempre stato – convinto della sua innocenza […] E non solo sulla base del rapporto tra me e mio padre, ma anche di tutti i dati emersi dalle varie indagini. Se avessi avuto anche il minimo sospetto, credetemi, avrei avuto modo di allontanarmi sia in passato che, a maggior ragione, al giorno d’oggi”. 

Parla a cuore aperto, ribadisce la sua posizione, sottolinea di aver letto l’ incartamento processuale dimostrando di essere non solo il figlio di Antonio, ma anche un ragazzo intelligente e pensante.

Nella sua toccante lettera, non manca neppure un riferimento alla madre Roberta: “Chi mi accusa, oltretutto senza nemmeno conoscermi, sta anche mettendo in discussione il bene che ho sempre voluto a mia madre, e di questo si deve vergognare”

Dopo aver scelto il silenzio, insomma,  parla anche della madre scagliandosi contro chi in tutti questi anni lo ha più volte accusato di essersene dimenticato: “Chiudo questa lettera augurandomi che certe persone facciano, per il loro stesso bene, ciò che io sono stato in grado di fare ad appena 15 anni: usare la testa prima di parlare. Non semplicemente ripetere le parole degli altri dandole per buone. Se per caso è così che ha fatto chi mi ha accusato di essere plagiato, ironia della sorte, sarebbe proprio lui l’unico ad esserlo”

Così, Daniele, ai microfoni di Quarto Grado. Così, quel ragazzo timido, ha scelto di tirar fuori tutto quello che aveva dentro. 

Anna Vagli

Nella foto la criminologa Anna Vagli

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