Viaggio nel tempo lungo l’antica Tiburtina Valeria
Dalle colonie di Alba Fucens e Carseoli ai municipia di Marruvium, Antinum e Lucus Angitiae
Di Angelo Ianni
Agli inizi le grandi strade dei Romani furono costruite per assolvere a funzioni prettamente strategiche, per facilitare l’accessibilità ed il controllo dei territori conquistati mediante rapidi spostamenti dell’esercito, o per collegare rapidamente Roma con le sue Colonie.
Una delle strade più antiche, la Tiburtina Valeria, sorse ricalcando un antichissimo tracciato utilizzato dai pastori per spostare gli armenti dai pascoli d’Abruzzo alle campagne del Lazio, in inverno, e viceversa in estate.
Fu pavimentata dal console Marco Valerio Massimo intorno al 286 a C., mantenendo la denominazione di via Tiburtina da Roma a Tibur (Tivoli) e assumendo quella di via Valeria, dal nome del suo costruttore, fino a Corfinium dopo aver attraversato la Marsica.
Creazione delle prime colonie
Dopo la campagna militare del 304 a.C. del console romano Sempronio Sofo, che portò alla presa di 31 oppida degli Equi in territorio abruzzese, Roma creò due colonie militari nel corso del 303: Alba Fucens e Carseoli.
La colonia di Carseoli
La colonia di Carseoli venne creata nella piana del Cavaliere, a controllo degli accessi alle valli dell’Aniene, del Turano e del Cicolano.
L’insediamento dei 4.000 coloni romani fu ritardato per l’intervento armato dei Marsi, preoccupati dell’accerchiamento attuato da Roma del loro territorio.
La fondazione della colonia di Carseoli (Carsioli) si ebbe solo nel 298 a.C.
La colonia di Alba Fucens
La colonia di Alba Fucens fu creata sui confini orientali del territorio degli Equi, distante ben 68 miglia da Roma (km 100,572) come risulta dal cippo miliario di Magnenzio rinvenuto vicino la basilica, sul percorso interno della via Valeria, la strada consolare che collegava Roma con Alba Fucens e le rive settentrionali del lago Fucino.
L’importanza della colonia albense è data dall’elevato numero di coloni, ben 6.000, maggiore di quelli inviati nelle colonie vicine.
Per tutto il III secolo a.C. la posizione strategica di Alba contribuì anche a un controllo commerciale dei sistemi viari diretti verso il sud della penisola con lo sviluppo economico non solo della città, ma anche delle ville poste nel suo territorio.
Dopo la Guerra Sociale
In seguito alla guerra sociale (I secolo a.C.) in un quadro generale di ristrutturazione amministrativa, fu scelta la forma del municipio, quale struttura organizzativa generale e il quattorvirato come magistratura comune.
Con la concessione della cittadinanza l’Abruzzo divenne provincia augustea entrando, insieme al Molise, nella IV Regio Augustea “Sabina et Samnium” e successivamente, in epoca imperiale, nella Provincia Valeria.
Municipalizzazione del territorio
Durante il processo di municipalizzazione, le città già esistenti come Carseoli e Alba Fucens cambiarono semplicemente il loro status giuridico e la loro struttura amministrativa, diventando municipia.
Dove invece non esistevano città vere e proprie, come tra i Marsi, i Romani scelsero i centri abitati per la loro collocazione o per il loro stadio di sviluppo relativamente avanzato.
Fu avviata una grandiosa opera di urbanizzazione per dotarli delle strutture pubbliche ritenute indispensabili per una vera città: una cinta muraria, un foro per gli affari pubblici, una curia per le riunioni del senato municipale, dei templi per il culto pubblico e la costruzione di strade per raggiungerle.
In età tiberiana (I secolo d.C.) Alba Fucens fu dotata di un anfiteatro sul pendio della collina di San Pietro, edificio di spettacolo offerto per testamento del connazionale A. Nevio Cordo Sutorio Macro che da semplice pretoriano era arrivato ad assumere l’importante carica di prefetto del pretorio di Tiberio, ciò dimostra che Alba ed i vicini Municipia Marsi fossero luogo di reclutamento di militari.
Nel 48-49 d.C. l’imperatore Claudio estese il percorso della Tiburtina Valeria attraverso le Gole di Bussi, da Corfinio fino ad Ostia Aterni (odierna Pesca), giungendo così fino al mare Adriatico: quest’ultimo tratto prese il nome di Claudia Valeria.
Fonti:
Giuseppe Grossi, Marsica Guida storico-archeologica, LCL sas, Avezzano (AQ) 2002
Angelo Ianni, Le Nostre Montagne Raccontano, Master Print Avezzano (AQ) 2014.