La annunciata chiusura del reparto di rianimazione dell’Ospedale di Giulianova – spiega il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, Riccardo Mercante – desta non poche preoccupazioni tra i cittadini della costa abruzzese i quali, laddove la notizia trovasse seguito e fondamento, si vedrebbero togliere un servizio prezioso ed indefettibile in una struttura sanitaria che si possa definire tale e già ridotta allo stremo.
La possibilità che il direttore generale della Asl di Teramo Roberto Fagnano appena riconfermato dalla giunta regionale, con la scusa di palesati interventi di ristrutturazione del reparto di rianimazione, possa in realtà chiudere definitivamente l’unità, rappresenta l’ennesima picconata per demolire il nosocomio di Giulianova.
Ricordo ancora una volta al direttore generale, al Presidente della giunta D’Alfonso e ai consiglieri regionali del partito democratico in maggioranza Mariani, Monticelli e Pepe che l’ospedale di Giulianova è al servizio di 150.000 residenti che vivono nel tratto costiero da Martinsicuro a Silvi. Popolazione che nel periodo estivo arriva anche a 500.000 cittadini.
La chiusura dell’ennesimo reparto è inaccettabile e dimostra ancora una volta la cecità e la distanza della classe politica e amministrativa della regione dalle reali necessità dei suoi abitanti.
Auspico pertanto un intervento immediato dei soggetti decisori che chiarisca in modo inequivocabile le reali intenzioni alla base di tale scelta, ma soprattutto che spieghi una volta per tutte quale sia il destino dell’ospedale giuliese.
In considerazione del fatto che uno dei valori primari di una sanità pubblica efficiente è rappresentato dalla facilità e dalla rapidità di raggiungere il presidio ospedaliero da parte del paziente e allo scopo di favorire la comprensione di un concetto elementare – conclude Mercante – regalerò per Pasqua al presidente della regione e al direttore generale della Asl di Teramo una cartina topografica della provincia di Teramo con la densità di popolazione e le distanze di tutti i comuni costieri dai nostri presidi ospedalieri.