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L’AQUILA – Cialente scatenato sulla situazione legata agli studi di vulnerabilità. Il primo cittadino dell’Aquila ha evidenziato come, nonostante di tale tematica se ne parli dall’ormai lontano 2003, all’indomani della tragedia di San Giuliano di Puglia , lui come Sindaco non ha mai potuto “metterci le mani”, se non fino ad oggi, questo perché sono sempre mancati fondi e la normativa non fissava termini e parametri.
Cialente, ma il suo sfogo non è isolato in quanto la problematica riguarda quasi tutti i Sindaci, ha evidenziato che non può toccare ai primi cittadini occuparsi di tale situazione, ma serebbe opportuno creare una struttura centralizzata formata da professionalità di spicco un po’ come accaduto per altri settori, vedi l’autorità anticorruzione.
Il Sindaco dell’Aquila è un fiume in piena, dicendosi convinto che sia arrivato il momento di accelerare sugli studi di vulnerabilità, coinvolgendo anche il provveditorato per i lavori pubblici nonostante non abbia nascosto che vi sia un problema di fondi.
Quello che Cialente sta denunciando in questi giorni non è altro che la cartina tornasole della situazione italiana oggi. I Sindaci, che sono i primi rappresentanti dello Stato nelle varie comunità, costretti a fare i miracoli (questo in tempo di ordinaria amministrazione quando ovviamente non vi sono eventi particolare ndr), a causa dei tagli “pesanti”, che il Governo Centrale continua ad effettuare sulle realtà locali. Un fatto gravissimo che viene fuori in tutta la sua tragicità nei momenti di emergenza, come sta avvenendo ora in Abruzzo, ma lo si è già visto negli altri centri dell’Italia centrale colpiti dai terremoti che proseguono ormai dal mese di Agosto.
Tutte le volte ci troviamo a rivedere il solito teatrino di comparse che arrivano da Roma, tutti pronti e disponibili, nessuno si tira indietro, sembra che le soluzioni che offrono siano lì dietro l’angolo, ma nella realtà ci troviamo purtroppo a fare i conti con persone che hanno perso le abitazioni, paesi e frazioni isolate per giorni interi, con le popolazioni che il più delle volte se la devono vedere da sole fino all’arrivo dei soccorsi.
