CIBO SCADUTO, BUTTARLO O MANGIARLO?

La legge italiana dice che dal momento in cui la data di scadenza viene superata, il consumo dell’alimento può essere pericoloso per la salute a causa della proliferazione di batteri. La legge pone degli obblighi di scadenza a seconda della tipologia di prodotto alimentare.La data di scadenza riportata sulle confezioni di prodotti alimentari indica la data fino alla quale il prodotto è idoneo a essere consumato rispettando le regole di conservazione suggerite dal produttore. Tutte le confezioni di prodotti alimentari come per carni e formaggi freschi, latte e prodotti lattieri freschi, pasta fresca ecc., devono per legge riportare la dicitura “da consumarsi entro” seguita dalla data e dalle condizioni di conservazione. La legge inoltre vieta la vendita di prodotti alimentari la cui data di scadenza sia stata oltrepassata.In questo caso la dicitura “da consumarsi entro” viene sostituita dalla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” seguita dal cosiddetto TMC, termine minimo di conservazione, cioè il tempo necessario affiché un alimento mantenga, sempre se conservato nel modo corretto, le sue caratteristiche specifiche.Per i prodotti che si conservano per 3 mesi è sufficiente indicare il giorno e il mese di scadenza; per i prodotti alimentari conservabili da 3 ai 18 mesi, è sufficiente indicare mese e anno di scadenza; infine, per i prodotti conservabili per un periodo superiore ai 18 mesi, è sufficiente indicare l’anno.Come si diceva non tutti i cibi scaduti vanno buttati immediatamente nell’immondizia, di seguito alcune dritte per sapere come comportarsi. Attenzione però! Queste regole valgono se il prodotto è stato conservato correttamente e comunque è sempre bene annusarlo o fare un piccolo assaggio prima per esempio di darlo ad un bambino e comunque è sempre buona norma usare il buon senso.Gli yogurt possono essere consumati fino a 6 o 7 giorni dopo la data di scadenza; si tenga però presente che le loro proprietà nutritive risulteranno ridotte; per quanto riguarda invece le proprietà organolettiche, la perdita è praticamente irrilevante.Formaggi freschi: è meglio attenersi alla data di scadenza indicata sulla confezione. Formaggi stagionati e a pasta dura: oltrepassata la data di scadenza hanno la tendenza a mettere su un po’ di muffa; è sufficiente però rimuoverla accuratamente per poterli consumare senza alcun problema. Vedi La muffa del formaggio e Come conservare il formaggio.Conserve sottaceto: hanno scadenze variabili da 2 a 3 anni; non vi sono problemi se tali alimenti vengono portati in tavola entro due mesi dalla scadenza. Conserve pomodoro: hanno scadenze variabili dai 12 ai 20 mesi; il consumo entro due mesi dalla scadenza non crea alcun problema. Vedi Conserve e composte.I salumi affettati e confezionati vanno consumati entro la data di scadenza indicata sulla confezione. Andare oltre è pericoloso perché si rischiano tossinfezioni.Pesce e piatti surgelati: se conservati correttamente il loro consumo può essere effettuato fino a 2 mesi dopo la data di scadenza riportata sulla confezione. Nel per esempio si devono consumare gamberetti surgelati crudi è meglio rispettare il termine di scadenza per evitare il rischio di listeriosi. Se invece se ne prevede la cottura, si può andare oltre il tempo minimo di conservazione. Pesce in scatola: con una corretta conservazione il pesce in scatola può essere consumato tranquillamente entro uno o due mesi dalla data di scadenza.Pasta secca e riso: hanno solitamente una scadenza che varia dai 2 ai 2 anni e mezzo; anche se consumati dopo qualche mese non creano alcun tipo di problema, ma devono essere stati conservati correttamente come riportato dalla confezione.   Biscotti secchi e cracker: come la pasta e il riso anche se può avvenire un peggioramento delle caratteristiche organolettiche e una minima perdita di consistenza.Se si ingerisce del cibo scaduto rispetto all’indicazione dell’etichetta, possono manifestarsi alcuni sintomi, da fastidiosi, ma altrettanto innocui e passeggeri, come mal di pancia e malessere, fino a quelli più seri, che compaiono in caso di intossicazioni e tossinfezioni alimentari. Sintomi più gravi come vomito, dissenteria, nausea e febbre possono manifestarsi dopo aver ingerito alimenti scaduti o contaminati da microrganismi pericolosi, come virus, batteri o funghi. Bisogna comunque avere delle accortezze,nel caso di confezioni aperte si deve verificare che sull’alimento non siano presenti muffe e che abbia un bel colore, nonchè un buon odore. Nel caso di confezioni sigillate si deve far attenzione a cattivi odori o rigonfiamenti della confezione. Nei mesi più caldi gli alimenti tendono a deperire più velocemente. È quindi utile consumarli senza attendere la data di scadenza. Il consiglio idoneo, osservare la scadenza e desistere da ingerire il prodotto oltre la scadenza riportata, anche se potrebbe esser buono.

(a cura di Cicchetti Ivan)

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