Nei momenti di vacanza non vorresti scrivere di catastrofi, anzi speri, di non scriverle mai. La sera del 20 Agosto il cielo aveva dei colori surreali, ombre scure s’immergevano in colori rosastri, il silenzio vacanziero della città di Trebisacce CS, a due passi da Civita CS, veniva squarciato da un impazzire di sirene, ambulanze, vigili del fuoco, protezione civile, forze dell’ordine, il trambusto generale agonizzava i passanti, che chiedevano cosa fosse mai successo, gli sguardi s’intrecciavano. A poca distanza di tempo, le sirene di due camionette di sommozzatori. Le ipotesi diventano una cruda realtà. Una bomba d’acqua ha travolto tutto quello che ha trovato nel suo stretto percorso, nelle gole del Raganello, senza lasciar scampo alla vita, strappata in un sol momento, oltre dieci vittime, diversi feriti, alcuni ancora in gravi condizioni, nel luogo dove la natura lascia l’uomo a bocca aperta per la sua straordinaria maestosità, la stessa natura ha fatto vedere la sua rabbia. Vite perse, attimi di gioia trasforati in una catastrofe che si poteva evitare, l’allarme arancione per mal tempo diramato in mattinata era stato FORSE ignorato. Tra le vittime un giovane escursionista, una guida, un soccorritore che er presente a Rigopiano, dove aveva portato in salvo tanta gente dalla rabbia della natura, quella stessa rabbia che nella sua terra l’ha portato via. Oggi qui in terra Calabra è lutto Regionale, dovrebbe esser lutto nazionale per farci riflettere che la natura non è un oggetto, e vanno prese le giuste precauzioni e la massima osservazione. Le vie di Civita e dei paesi limitrofi feriti nel cuore, come tutta la Calabria, desta un terribile silenzio, dolore, la terra ancora una volta è bagnata dalle lacrime, quelle lacrime che gridano dolore.