Si sono concluse ieri le riprese de “Il permesso”, film che Claudio Amendola interpreta e dirige con Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Valentina Bellè. Da alcuni giorni la produzione, Claudio Bonivento in testa, è in città per le riprese: com’è noto Pescara è stata scelta dal regista insieme a Civitavecchia e Latina come uno dei luoghi in cui si articola la storia di quattro detenuti in licenza premio per 48 ore e le loro vicende personali. Diverse le location interessate dal film, nato da un soggetto di Giancarlo De Cataldo, da lui sceneggiato insieme a Roberto Jannone e Claudio Amendola, con la produzione della CarnielBoniventoFilm. Le riprese in città hanno coinvolto una troupe di circa 60 persone e si sono concentrate soprattutto su molo, trabocchi, Ponte del Mare, Pescara Vecchia. L’Amministrazione ha incontrato il regista e l’interprete venerdì, principale del film durante una pausa delle riprese per parlare della città e della scelta di farla diventare uno dei set cinematografici. Ecco le loro dichiarazioni.
“Avete una regione bellissima, ma forse ancora poco sfruttata per il cinema a cui si presta davvero bene – così Claudio Amendola nel commentare la scelta di fare a Pescara il set del film – Abbiamo scelto e voluto Pescara perché è una tappa perfetta per la storia, servivano luoghi che fossero facilmente raggiungibili dagli interpreti e quando abbiamo fatto il sopralluogo abbiamo trovato qui quello che cercavamo. Il paesaggio abruzzese è bellissimo, te ne accorgi viaggiandoci dentro, passi dall’asprezza della montagna alla solarità del mare, cambia aria, luce, scenari fantastici, perfetti per il cinema. Arrivando qui mi è venuto in mente uno slogan, La natura va in vacanza in Abruzzo, l’ho riferita all’assessore al Turismo coniandone uno anche per la città, che ha subito colto la palla al balzo. Stiamo girando bene, la cittadinanza è composta, molto educata la città si presta, vi ringraziamo per questa accoglienza.
Il film racconta quattro storie forti, ma ognuno dei personaggi durante questo permesso di 48 ore insegue l’amore, quello per una donna, per un figlio, insomma un’umanità dura, a volte violenta, ma fatta di persone che hanno bisogno di carezze e abbracci. Raccontarla è un modo di fare arrivare questo bisogno da parte di chi fa il cinema agli occhi di chi lo guarda, non dobbiamo insegnare cose, ma far provare emozioni.
E’ anche un film di amicizie, quella con Claudio Bonivento, produttore storico con il quale ho condiviso tutte le cose che ho fatto. E quella con Luca Argentero, che è un professionista pazzesco e anche un grandissimo amico, con il quale ho lavorato la prima volta 4 anni fa e da allora con piacere andiamo avanti. Portare a Pescara una delle presentazioni? E’ un’ipotesi che sicuramente considereremo con la produzione!”
“Conosco bene Pescara – aggiunge Luca Argentero, reso quasi irriconoscibile dalle vicissitudini del suo personaggio – mi fa molto piacere tornarci. Sono stato qui anni fa con uno spettacolo teatrale, l’estate scorsa sono venuto a ritirare il Premio Flaiano, ogni volta torno volentieri. E’ un posto da frequentare anche al di fuori dal set, l’Abruzzo e la città hanno tanta bellezza da mostrare: io amo molto la natura, specie la montagna, ma anche qui sulla costa sto benissimo.
Il film è forte, il mio è forse il personaggio più cattivo di quelli interpretati fino ad oggi, ma la storia è bella da recitare e da vivere guardola”.