La stagione agricola nel Fucino si sta chiudendo con un disastro economico. Ai danni provocati dalla siccità, valutati in non meno di 100 milioni di euro, si aggiunge il mancato decollo dei prezzi delle insalate, delle carote e, soprattutto, delle patate comuni, che sono la prevalenza, pagate dai commercianti non più di 10 centesimi al kg. Tutto questo è ulteriormente aggravato dall’aumento dei costi di produzione e dallo sviluppo di gravi fitopatie come il ragnetto rosso delle carote, tripidi e virus delle insalate e la tignola della patata che stanno distruggendo decine di migliaia di quintali di prodotto in campo.
Mentre gli agricoltori chiuderanno negativamente i bilanci, il Consorzio di Bonifica, con la scusa di dover coprire i maggiori costi per il pompaggio delle acque destinate all’irrigazione approfitta per aumentare gli stipendi dei dipendenti. “Una vera e propria furbata” afferma Dario Bonaldi componente di minoranza della Deputazione Amministrativa in quota Confagricoltura “Il 7 settembre il Presidente di Berardino, su sollecitazione dell’ufficio amministrativo, ha chiamato il Consiglio dei Delegati ad approvare un aumento dei contributi a carico dei consorziati per 500.000 euro giustificando l’intervento per coprire i maggiori oneri derivanti dalla siccità. La delibera è passata solo grazie al senso di responsabilità dei consiglieri di Confagricoltura che si sono astenuti unitamente ai tre consiglieri di maggioranza Ivone, Piperni e Mancini, che avevano preannunciato il voto contrario. Favorevole sono stati il Presidente Di Berardino ed i consiglieri Di Benedetto, Giovagnorio e D’Elia, mentre il Vice Presidente Malizia non ha votato e Di Pasquale era assente” prosegue Bonaldi “La furbata dovrebbe concretizzarsi nella riunione della Deputazione amministrativa convocata per domani Lunedì 18 per approvare il contratto di lavoro integrativo del direttore e dei dipendenti e la concessione di un bonus retroattivo a un dipendente”
“Occorre mettere fine a questa Presidenza e questa litigiosa maggioranza incapace di ben amministrare il Consorzio” tuona Fabrizi “abbiamo la sensazione che l’incremento del ruolo a carico dei consorziati sia stata una manovra per aumentare gli stipendi dei dipendenti con la compiacenza inconsapevole degli Amministratori. Del resto le risorse in bilancio per i maggiori oneri dovuti alla siccità dovevano essere inserite già all’inizio dell’anno quando ormai era certo che ci sarebbe stata la calamità. Abbiamo esaminato le carte e non c’è alcun obbligo di stipulare un contratto integrativo, è noto che i dipendenti dei consorzi sono coperti da un contratto nazionale generosissimo di gran lunga più vantaggioso di quello dei dipendenti dell’agricoltura e dell’agroindustria. Ma la cosa che conferma la superficialità amministrativa del Presidente è la mancata quantificazione del costo di questo contratto che presenta troppi spazi bianchi e moltissimi elementi incomprensibili, oltre alla mancata discussione di questo importante provvedimento non solo con i suoi colleghi amministratori ma anche con le Organizzazioni Professionali datoriali, uno schiaffo a tutti gli agricoltori che gli quegli aumenti dovranno pagare. Confagricoltura chiede al Presidente di sospendere questa scellerata decisione e avviare con i dipendenti una vera trattativa con l’assistenza delle organizzazioni datoriali che rappresentano gli agricoltori che pagano gli stipendi”. Conclude il Direttore di Confagricoltura L’Aquila Stefano Fabrizi