Con l’emergenza c’è chi come in guerra approfitta della situazione di difficoltà e arriva addirittura a speculare sui generi alimentari di prima necessità come il latte. E’ quanto denuncia Coldiretti nel segnalare “insostenibili richieste di riduzione del prezzo pagato agli allevatori proprio mentre i supermercati vengono presi d’assalto e nelle stalle si continua a mungere per garantire le produzioni e i rifornimenti nelle dispense degli italiani”.
Una situazione preoccupante che riguarda tutta la Penisola e sta generando preoccupazione anche in Abruzzo in cui si contano circa 4mila allevamenti bovini di cui oltre 500 specializzati nella produzione di latte. Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta, il pretesto della chiusura di bar e ristoranti per disdire al ribasso unilateralmente i contratti è inaccettabile in un momento in cui il Paese – sottolinea la Coldiretti – ha bisogno del latte italiano. Un ricatto per lucrare sulle difficoltà proprio nel momento in cui – precisa la Coldiretti – si moltiplicano le adesioni alla mobilitazione #MangioItaliano” per invitare alla responsabilità e a sostenere la produzione nazionale privilegiando negli approvvigionamenti delle industrie e della distribuzione commerciale il Made in Italy, preferendo le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggiorana degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti.
C’è purtroppo chi cerca di sfruttare il proprio potere contrattuale – sostiene Coldiretti – per pagare prezzi stracciati alimenti deperibili come latte, la cui produzione non puo’ essere fermata nelle stalle. Una manovra vergognosa di chi, violando anche il principio base della solidarietà nazionale nei momenti di crisi, tenta di riempirsi le tasche approfittando delle difficoltà del Paese. “Non lo permetteremo” dichiara Prandini che parla di “alto tradimento nei confronti delle famiglie e delle imprese”.
Per questo la Coldiretti ha già informato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova ed allertato tutte la rete organizzativa a livello nazionale, con uffici provinciali e locali, per monitorare gli attacchi contro le stalle attivando una casella di posta [email protected] per raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni.
Coldiretti, chiede “l’intervento della Guardia di Finanza ma anche l’esclusione dei responsabili di comportamenti scorretti da qualsiasi forma di indennizzo economico che il Governo metterà in campo per affrontare l’emergenza Coronavirus”. In gioco c’è il futuro di un settore che, a livello nazionale – rileva la Coldiretti – produce ogni anno oltre 12 milioni di tonnellate di litri di latte di mucca grazie a circa 30mila allevamenti diffusi lungo tutta la Penisola che garantiscono il primato tricolore in Europa nella produzione di formaggi a denominazione di origine protetta (Dop). Quando una stalla chiude – conclude la Coldiretti – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.