L’Aquila. L’hotel gestito dalla protezione civile regionale per l’emergenza coronavirus, torna a far parlare di sé. Qualche giorno fa in seguito alle segnalazioni prevenuteci da alcune pazienti, abbiamo riportato sulla nostra testata giornalistica, dei disservizi legati alla gestione della struttura stessa. Segnalazioni che hanno innescato un dibattito tra le varie parti coinvolte. Il comune di L’Aquila, la Asl, la protezione civile e i pazienti ospiti dell’hotel.
A distanza di qualche giorno, continuano ad arrivare testimonianze di come la permanenza all’interno dell’albergo non sia in linea con le reali esigenze dei pazienti. Oggi, il signor Vincenzo Di Cioccio, familiare di un degente ospitato nell’albergo, ha sottoposto alla nostra attenzione alcuni risvolti poco rassicuranti. Il primo aspetto che viene sottolineato è la totale assenza di personale sanitario, i degenti non hanno alcun tipo di assistenza.
Il familiare del signor Di Cioccio, proprio oggi, si è trovato nella spiacevole situazione di non poter alloggiare in nessuna camera, in quanto l’unica ad essere libera, non era stata sanificata e, a detta del personale della protezione civile, l’ultimo paziente che vi aveva soggiornato era positivo al coronavirus. Quindi l’unica alternativa è stata sistemarsi nel corridoio.
Inoltre, è stato evidenziato, che chi è ricoverato nell’albergo, non ha alcuna possibilità di monitorare la temperatura corporea, in quanto non ci sono termometri. Tutti aspetti che, nel loro insieme, non rendono agevole il recupero fisico e psicologico delle persone che stanno vivendo questa brutta esperienza.