DI GIROLAMO. L’ACQUIFERO DEL GRAN SASSO DEVE ESSERE MESSO IN SICUREZZA

Non possiamo permettere la chiusura del traforo del Gran Sasso e allo stesso modo non può essere sospesa la fornitura di acqua potabile ad un bacino di 700mila utenti. E’ per questo che nel decreto Sblocca Cantieri siamo intervenuti, con l’allora ministro Toninelli, prevedendo la nomina di un Commissario straordinario che potesse finalmente dirimere la questione che grava sulla messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. In quei giorni, nessuno mai avrebbe potuto prevedere la lunga fase di lockdown che si è resa necessaria in seguito alla pandemia mondiale da COVID-19 della quale, ad oggi, se ne scontano ancora le conseguenze.

L’obbligo imposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nella persona dell’Ing. Placido Migliorino, Dirigente dell’ufficio Ispettivo di Roma della Direzione Generale per la Vigilanza delle Concessioni Autostradali, ha ribadito con una nota del 14 luglio di “ispezionare immediatamente le gallerie attraverso il lavaggio delle medesime” e di eseguire tutte le “indagini necessarie ad accertare eventuali difetti presenti nelle strutture”; le richieste fatte, invece, dagli organi di controllo in materia di sicurezza ambientale sono quelle di rimandare i lavori sopracitati al termine del periodo estivo, in quanto la loro esecuzione richiederebbe, in via cautelativa, (nelle more dell’acquisizione di un quadro conoscitivo che consenti l’avvio delle attività di messa in sicurezza del sistema idrico), la messa a scarico della risorsa idropotabile con conseguente grave disagio per i cittadini ed i turisti.

Il Prof. Gisonni ha presentato una possibile soluzione ovvero quella di procedere per campi di prova nei tratti del traforo non interessati dall’acquifero (zone anidre), per verificare in sicurezza l’esecuzione degli interventi previsti sulle opere di captazione, garantendo comunque sempre la qualità della risorsa idropotabile attraverso particolari misure esecutive e di protezione ed allertando, tra gli altri, il sistema di controllo di early warning attivo sui due versanti dell’acquifero, che provvederebbe a scaricare immediatamente le acque che potessero non avere i requisiti di potabilita’.

Questa può essere la giusta via d’uscita ma la mancanza di piena collaborazione tra alcuni enti coinvolti va’ a creare un’ingestibile impasse.

Il nodo può essere sciolto solo dotando il Commissario di ulteriori poteri che gli consentano di adottare provvedimenti urgenti volti a coordinare Enti e Concessionari affinchè tutte le attività previste possano essere svolte da ciascuna amministrazione senza ulteriori e inutili ritardi.

L’acquifero del Gran Sasso deve essere messo in sicurezza subito e il prossimo decreto, che sta per giungere in prima lettura al Senato, il cosiddetto “Semplificazioni”, potrà essere il giusto strumento al quale attaccare un emendamento parlamentare se prima non vi sarà il tempestivo intervento del Ministro De Micheli.

L’acquifero del Gran Sasso deve essere messo in condizioni di sicurezza, e l’operazione deve avvenire rapidamente.

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