Non mi rassicurano affatto le dichiarazioni rese alla stampa da Snam sulla compatibilità ambientale del metanodotto “rete adriatica” e della centrale di spinta prevista a Sulmona. Tra le affermazioni dell’azienda, francamente irricevibili, non si trova alcuna risposta a tutte le criticità che sono state elencate in premessa alla mozione che ho depositato oggi in Senato, condivisa e sottoscritta da numerosi colleghi senatori, anche di altre forze politiche e eletti in altre regioni.
Sappiamo tutti benissimo quanto sia difficile bloccare progetti avviati da tempo. In questo caso, si tratta addirittura di un’opera che è stata improvvidamente ed erroneamente ritenuta di “importanza strategica” per l’Italia. Tuttavia, personalmente non mi sono mai arresa all’idea che l’opera non potesse essere riconsiderata e cancellata anche alla luce delle osservazioni, che ho manifestato in ogni sede, sulla sua opportunità e utilità in un’Europa che ha deciso di abbandonare le fonti energetiche fossili.
Fin dal mio primo giorno di attività in Senato, ho prodotto atti parlamentari, sono stata più volte ai ministeri di competenza, in alcuni casi accompagnata anche da esponenti dei comitati e da rappresentati istituzionali, e mi sono impegnata in ogni modo per evitare che questa spada di Damocle continuasse a pendere sul nostro territorio, convinta delle pesanti conseguenze negative che avrebbe la realizzazione di quest’opera inutile e dannosa sul nostro Abruzzo interno.
Per questo, la mozione che ho depositato chiede esplicitamente al Governo di rivedere il metanodotto “rete adriatica” e la centrale Snam a Sulmona, abbandonando il progetto di costruzione delle opere necessarie alla sua realizzazione oppure valutando percorsi alternativi nel caso ci fossero obbligazioni giuridicamente vincolanti che in nessun modo possono essere superate.
La sottoscrizione della mia mozione da parte di numerosi colleghi, anche di diverse forze politiche, evidenzia come la problematica sia sentita e condivisa. Mi auguro che il lavoro svolto per cercare la più larga condivisione possibile di una battaglia storica per il nostro territorio, anche oltre i confini dell’Abruzzo, porti alla approvazione di questa mia mozione e di un conseguente ripensamento dell’opera da parte del Governo in carica.
Come sempre ritengo che per problemi complessi da risolvere l’unione faccia la forza. Invito chiunque è convinto, come me, che la partita è ancora da giocare a non tralasciare nessuno strumento utile a contrastare questo obsoleto e inutile progetto.