E’ morto a 87 anni, l’ex Presidente del Senato, Franco Marini. Una notizia che ha suscitato profonda commozione nel mondo delle istituzioni e della politica, ma soprattutto in Abruzzo, la sua terra che non aveva mai lasciato. Marini era risultato positivo al Covid lo scorso mese di gennaio.
Iscritto nella Democrazia Cristiana dal 1950, nel 1991 Giulio Andreotti lo ha voluto nella sua squadra come ministro del Lavoro e della Previdenza sociale. Nel 1994 è stato uno dei protagonisti della trasformazione della Dc in Partito Popolare Italiano di cui divenne segretario tre anni dopo. Guidò il Ppi per due anni e fu attore di primo piano nei giorni della caduta del primo governo Prodi nell’ottobre del ‘98, caduta che le cronache politiche attribuiscono all’uscita di Rifondazione comunista dalla maggioranza ma anche a una strategia dell’asse Marini-D’Alema. Nel 2006 venne eletto presidente del Senato, nel 2013 arrivò a un passo dal Quirinale.
Ma Franco Marini, abruzzese doc, era nato a San Pio delle Camere, terre e paese ai quali è rimasto profondamente legato e che non ha mai voluto abbandonare, amava definirsi, prima di ogni altra cosa, un Alpino, corpo nel quale era stato al servizio come Ufficiale. Tutte le volte che poteva indossava il suo cappello con la penna, per lui motivo di orgoglio e vanto.
Oggi non solo l’Abruzzo, ma il mondo politico, sindacale e delle Istituzioni, piangono la perdita di un uomo di spessore, che ha dedicato la sua vita all’Italia.