FABRIZIO SULLI, L’ABRUZZESE CHE SUSSURA ALLE MONTAGNE

Trentatré anni, di Pescara, da dieci ha scelto di vivere in una zona montana Fabrizio Sulli, precisamente ai piedi del Gran Sasso, in una casa isolata presso la Contrada Rava in Comune di Castelli (TE). Un luogo raggiungibile solo a piedi tramite sentiero, senza strade né asfaltate né sterrate.  Fin da subito ha dovuto però misurarsi con la burocrazia e, soprattutto, con una legislazione che invece di tenere conto dell’ambiente e della sua salvaguardia, con attenzione alla salute dell’uomo, tengono conto dei soldi. E’ stato rinviato a giudizio, infatti, per aver ripulito, a mani nude, ruscelli e laghetti, ripristinando le loro condizioni naturali e restituendo l’habitat naturale a rane e salamandre che stavano scomparendo. Un vantaggio per gli animali e un notevole risparmio per la collettività, ma a quanto pare la tutela dell’ambiente è solo un business. “La burocrazia attuale è così stringente che, se non sei abbastanza ricco da fare tutto in regola, l’ecosostenibilità diventa una scelta illegale e di conseguenza una vita da fuorilegge. E se scegli di vivere in un’area protetta i vincoli sono così restrittivi che provare a viverci diventa appannaggio di pochi che possono permetterselo, escludendo migliaia di giovani desiderosi di questo ritorno consapevole alla natura. A questo si aggiungono i crescenti prezzi di case e terreni, a tagliare fuori intere fasce sociali dal rinnovamento generazionale“. Scrive il naturalista sul suo profilo Facebook.

Resistenza rurale, è il nome della battaglia che Sulli ha intrapreso, contro un sistema che non gli permette di avere accesso a beni che invece dovrebbero essere a disposizione dell’umanità intera, per esempio l’acqua potabile a casa, ma che risultano, per la Legge, essere incompatibili con l’ambiente.

Paradossalmente, negli stessi parchi dove i contadini sono vessati, si approvano nuovi impianti sciistici,infrastrutture ed alberghi, che per magia risultano eco compatibili! Chiedo a chiunque sia sensibile ed informato, di unirsi per consigli, apportare modifiche, affinché questa battaglia diventi quella di tutti coloro che versano in situazioni simili e con le medesime problematiche, che sono migliaia in tutta Italia. ” Scrive ancora il ragazzo. Un appello accorato a chi come lui ha a cuore la Natura e il ritorno ad una qualità della vita migliore.

Noi ci uniamo all’appello di Fabrizio. Non saremo i riflettori di Greta, ma come disse Goethe, “è necessario unirsi, non per stare uniti, ma per fare qualcosa insieme“.

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