Perché le aree interne dell’Abruzzo non devono avere una linea ferroviaria che sia al passo con le esigenze dell’uomo moderno? Ancora si continua a privilegiare soltanto il trasporto su gomma in autostrada, con i costi e con l’inquinamento che essa comporta. Noi siamo dell’avviso che, se una ZES trasversale Tirrenico – Adriatica dovrà esserci, finalmente si potrà sperare che qualcosa si muova, anche nell’ambito ferroviario. La politica di trascurare il trasporto ferroviario alla fine porterà alla dismissione dello stesso, come è già avvenuto per la tratta Pescara – Sulmona – Castel di Sangro – Napoli. I lavori di ammodernamento non vanno fatti dalla sera alla mattina, ma un po’ per volta. Certamente, se, per decenni e decenni, non si è fatto nulla, è chiaro che poi è facile dire che i costi siano troppo alti per i lavori di adeguamento. Perché la Regione Abruzzo non prende esempio da altre Regioni che, invece, hanno reso più moderni i tracciati ferroviari, pur avendo le autostrade? Il trasporto autostradale va bene, ma perché le opere ferroviarie, che in passato sono costate centinaia di miliardi di lire, non devono essere portate all’altezza delle esigenze moderne? Che la costa adriatica debba fruire dell’alta velocità va benissimo, ma non per questo bisogna abbandonare al proprio destino la Pescara – Roma. Bene ha fatto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita nella Marsica, a ricordare la necessità di far sopravvivere le aree interne, anzi di rilanciarle e di svilupparle, perché aree cerniera in cui sopravvivono peculiarità storiche, valori e caratteristiche che fanno dell’Italia il Paese riconosciuto per le sue bellezze naturali ed artistiche a livello mondiale. Bene ha fatto l’ex Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, a ricordare gli stanziamenti già fatti per adeguare i tracciati ferroviari d’Abruzzo, tra cui anche la Pescara – Roma. E’ troppo comodo e facile parlare di tagli in questo settore, perché costa troppo adeguarlo (Si pensi che da Avezzano per andare a Pescara e viceversa è diventata un’impresa quasi impossibile, mentre fino a poco tempo fa lo si poteva fare in modo accettabile). I vettori privati e non su gomma vanno bene, ma non possono sostituirsi in toto a quello ferroviario, perché sono complementari. La nostra Regione presenta un territorio accidentato e dal clima rigido durante l’inverno, per cui i treni sono più sicuri e inquinano di meno e non hanno bisogno di prenotazioni continue, che mettono a rischio i viaggiatori, facendoli rimanere a piedi, quando i posti sono al completo (Molti utenti lo hanno sperimentato sulle loro spalle!). Insomma, se non si vuole trasformare l’Appennino in una “riserva indiana” di popolazione in via di estinzione, cerchiamo di adeguare almeno i tratti ferroviari Avezzano – Roma e Sulmona – Pescara per collegare le economie di Lazio e Abruzzo e tentare di sopravvivere. E’ chiaro che mai si incomincia e mai avremo una tratta ferroviaria decente per i tempi moderni, a meno che non si voglia la fine della Pescara – Roma e tutti continuiamo a viaggiare in autostrada con i mezzi propri, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di sicurezza, di inquinamento e di costi. Da ultimo corre voce che a settembre prossimo ci sarà qualche novità sulla tratta Avezzano – Pescara e viceversa: il treno delle ore 07:13 da Avezzano per Pescara sarà anticipato alle ore 06:30 e da Pescara per Avezzano ci sarà un treno alle ore 18:21 con cambio a Sulmona e con autobus sostitutivo da Sulmona per Avezzano. Quest’ultima novità consente finalmente di poter ritornare da Pescara dopo le ore 17:15 ad Avezzano. Pensiamo che le nostre modeste sollecitazioni e continue segnalazioni possano aver dato qualche contributo alla risoluzione di questo problema divenuto preoccupante. E non si dimentichi che, stando almeno alle statistiche, i viaggiatori della Pescara-Roma sono aumentati in questi ultimi tempi.
Il Segretario del PD di Avezzano Giovanni Ceglie ed Aurelio Cambise