Angelo Vassallo fu sindaco di Pollica, un bellissimo paesino sul mare del Cilento, fino al 5 settembre 2010, giorno in cui venne ucciso in un attentato di matrice camorristica. “Il Sindaco pescatore” diede tutto per la sua terra e con umiltà, lavoro ed onestà la trasformò in un gioiello. Il suo modo di fare, però, a qualcuno non è mai piaciuto e la sola colpa del Primo cittadino, probabilmente, fu quella di non voler mai abbassare la testa dinanzi alle ingiustizie.
Per questo motivo venne assassinato, senza pietà, da malviventi di cui non si sanno i nomi. E, forse, mai si sapranno, in quanto nelle ultime ore è trapelata la notizia che la Procura di Salerno sia intenzionata ad archiviare le indagini sulla sua morte.
Angelo Vassallo ha dei collegamenti importanti con l’Abruzzo. Quando era sindaco, infatti, mise in piedi un gemellaggio con Aielli che dura tutt’oggi, con le due comunità che ogni anno si incontrano per passare dei momenti insieme. Aielli, inoltre, gli ha recentemente intitolato anche un parco giochi.
Dopo la notizia della probabile archiviazione, le reazioni sono state molteplici, per lo più di indignazione. Tra queste, c’è la lettera che il fratello di Angelo Vassallo, Dario, ha inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Illustrissimo Presidente,
sono Dario Vassallo, fratello di Angelo, ” Il Sindaco Pescatore” ucciso a Pollica il 5 settembre 2010.
Sono costretto a scriverLe , in quanto abbiamo appreso da fonti giornalistiche che la Procura di Salerno si appresta a chiudere le indagini sull’omicidio del Sindaco di Pollica.
Riteniamo che questa decisione, se fosse vera, sarebbe inopportuna e ingiusta per un Paese civile.
Non è accettabile che lo Stato rinunci a cercare chi ha ucciso lo Stato, ricordando a Lei e a tutti gli italiani che Angelo era nel pieno delle sue funzioni di Sindaco.
Spero per la giustizia italiana, che venga solo chiuso questo filone di indagine e riaperto un altro filone al fine di arrivare alla verità.
Non faccia come il ministro Andrea Orlando che il 6 settembre 2017, il giorno dopo la commemorazione di Angelo, avvenuta in tutta Italia , attraverso le pagine di ” La Repubblica” mi faceva comunicare dai suoi collaboratori che presto mi avrebbe ricevuto, ma poi, dopo un mese di attesa , ad una mia telefonata fatta al Ministero della Giustizia mi risposero che dovevo fare una richiesta scritta, e una volta fatta la richiesta nessuno si è degnato di rispondermi.
Sono milioni gli italiani che aspettano una sua risposta, un suo gesto, che non deve essere da me elemosinato, perchè la giustizia non deve essere elemosinata.
E’ ‘ lo Stato che deve dare risposta a noi, perchè siamo noi che abbiamo dato a questo Paese la parte migliore della nostra famiglia.
Noi abbiamo dato Angelo, il nostro sangue per il nostro Paese.
Quando viene ucciso un Sindaco viene ucciso lo Stato, e se quest’ultimo rinuncia a cercare i colpevoli, significa che vuole diventare complice di un omicidio.
Lei vuole permettere questo?
Con osservanza.
Dario Vassallo.
Presidente Fondazione Angelo Vassallo
Contro l’archiviazione, è partita anche una petizione online che è possibile firmare cliccando qui.