Il ciclo mestruale può essere un grande problema per le donne: la dismenorrea è tra i disturbi ginecologici più evidenziati dalle donne, ed arriva a colpire fino al 90% di giovani donne al di sotto dei 25 anni con un significative conseguenze sulla qualità di vita fino al 29%.
Questi sono dati tratti dalla review della letteratura 2005-2016 (in print) che sarà presentata al convegno di Cesena e che dimostra come l’ipnosi garantisca una efficacia pari ai trattamenti farmacologici per dolori mestruali, sindrome premestruale ed endometriosi oltre che su sindromi che incidono sul piacere sessuale femminile come vaginismo e vestibolite. Emerge inoltre, dall’attenta analisi dei dati, il vantaggio che la tecnica offre all’aumento del tasso di fertilità oltre al contributo che dà nel corso di gravidanze, travaglio e parto sia per la gestione di nausee, ansia, dolore che per sintomi post partum. I bambini nati da madri che usano l’ipnosi hanno indici di Apgar decisamente migliori.
“Star bene è possibile ed è l’obiettivo dei nostri interventi – asserisce Nicoletta Gava, fondatrice di Natural Gravity, Ipnosi clinica per la cura del benessere e direttrice del Milton Erckson Institute di Torino – ed al convegno lo dimostriamo portando sia i dati di una approfondita analisi della letteratura che la nostra esperienza clinica. Piccoli interventi possono portare ad esperienze profondamente evolutive.”
Se le giovani provano dolore, non stanno certo meglio le adulte che inmenopausa soffrono nel 90% dei casi di vampate di calore, il 40% di irritabilità, aumento di peso 30% e depressione 20% (Rapp. Onda 2014). Bene, l’ipnosi riduce queste sintomatologie anche in pazienti oncologiche come evidenziano gli studi di Elkins 2007-2013 e le sue rilevazioni sia dirette che condotte attraverso misurazioni fisiologiche.
Insomma ipnosi grande alleata delle donne, proprio le principali utilizzatrici di cure mediche sebbene oggi rivolgano uno sguardo sempre più attento alla medicina alternativa e complementare (Complementary and Alternative Medicine-CAM).
“Nella popolazione mondiale – aggiunge Nicoletta Gava – il 10% è afflitto della fobia degli aghi. Non è un problema banale perché mette a rischio sia la salute, quando l’atteggiamento è radicale, che altri ambiti come quello lavorativo riportato nel caso da me trattato ed illustrato in un poster.”
Una quarantenne in carriera con 4 sessioni è infatti riuscita a superare la fobia degli aghi e ad affrontare gli accertamenti di medicina del lavoro dopo esser stata selezionata per un importante posizione lavorativa.