Negli anni novanta, gli anni d’oro del calcio del Bel Paese, si affacciò in Serie B, come per miracolo, una squadra di un piccolo paese di 5500 anime, Castel di Sangro, centro abitato in provincia de L’Aquila.
Si affacciò al professionismo nel 1989, con la vittoria dell’allora CND (l’attuale Serie D). Nella stagione 1993-94 arriva la svolta, perché entra in gioco Osvaldo Jaconi, l’allenatore soprannominato “il mago” e specializzato in promozioni. Dopo sei stagioni in C2, il Castello agguanta i playoff, batte il Livorno ed il Fano e conquista una storica promozione in C1. Alla prima stagione nella terza serie nazionale, la banda guidata da Jaconi giunge incredibilmente seconda, andando oltre ogni più rosea aspettativa. Jaconi ci mette del suo, con alcune decisioni anche strane, una su tutte quella di prendere un attaccante, Pietro Fusco, e farlo diventare difensore.
Al primo turno dei playoff gli abruzzesi sconfiggono l’altra sorpresa Gualdo per poi giocarsi la promozione in Serie B contro il più quotato Ascoli.
I giallorossi, sul neutro di Foggia, chiudono in parità contro i bianconeri al termine dei 120 minuti. E qui, il tecnico Jaconi fa la magia, replicata poi diciotto anni dopo da Van Gaal: poco prima dei rigori, sostituisce il portiere titolare per inserire Piero Spinosa, il dodicesimo con la fama del para-rigori. Saranno proprio i guantoni di Spinosa a far vincere gli abruzzesi e riuscire nel miracolo: Il Castel di Sangro è in Serie B, è tutto vero, per la prima volta nella sua storia.
I giallorossi, ad oggi, sono il più piccolo comune di sempre ad aver partecipato a questo campionato.
Ma la favola non è finita, il Castello non vuole fare la comparsa, in Serie B vuole rimanerci. La lista delle squadre della stagione 96-97 fa venire i brividi: gli abruzzesi dovranno vedersela con squadre come Bari, Brescia, Genoa, Lecce, Palermo e Torino.
La stagione verrà però segnata indelebilmente da una tragedia. Il 10 dicembre, Filippo Biondi e Danilo Di Vincenzo, due calciatori, muoiono a seguito di un incidente stradale. E’ un dramma. Cala il buio. La Jaconi-band sembra non rialzarsi più da questo incubo. Poi però scatta qualcosa in loro che li farà reagire prepotentemente, lo devono alla memoria dei propri compagni scomparsi. E grazie ad un ottimo girone di ritorno riescono nell’impresa di salvarsi: la Serie C può aspettare, la B è ancora casa loro. Al “Teofilo Patini”, la roccaforte dei giallorossi, cadono Genoa, Palermo e Cesena tra le altre, e la stagione si chiude con il sedicesimo posto a quota 44. In molti pensano che siano stati Filippo e Danilo dall’alto a spingere i giallorossi a questo incredibile traguardo.
L’apice è stato toccato, come ogni ciclo che si rispetti.
Purtroppo la stagione seguente sarà l’ultima in serie B. Ma prima di congedarsi dal grande calcio, il Castello raggiungerà anche gli ottavi di Coppa Italia, dove affronteranno in uno scontro da sogno l’Inter di Djorkaeff e Pirlo, che elimina non proprio agevolmente Iaquinta (sì, proprio lui!) e compagni nel doppio confronto.
Questa è la storia del Castel di Sangro, che ha vissuto una epopea d’oro, raggiungendo obiettivi che, per una piccolissima realtà, potevano sembrare irraggiungibili. Un miracolo raccontato anche da uno scrittore americano, Joe McGinniss, che nel 1999 ha pubblicato il libro “The Miracle of Castel di Sangro”.
Resterà per sempre, negli appassionati più romantici, il ricordo di quegli anni favolosi. Perché non è vero che nel calcio la storia la scrivono solo le grandi. A volte sono i piccoli a scriverne di grandi..
la rosa
( Cicchetti Ivan )