L’artista con una meravigliosa e toccante esibizione, chiude in bellezza l’estate francavillese.
di Andrea Cilli
Anzitutto voglio fare il mio personale plauso al comune di Francavilla al Mare. Premetto che adoro questa città per tante ragioni diverse, personali sicuramente (mi sono fatto tanti amici a Francavilla e molta della mia dimensione affettiva è centralizzata qui) ma anche e di certo non in misura minore, per le tante bellezze suggestive che offre. A cominciare dal mare, con spiagge che trovo molto fruibili ed acque che personalmente ho sempre trovato pulite; proseguendo col pontile ed il Palazzo Sirena, entrambi che mi piacciono molto; il museo MUMI, davvero una grande fortuna averlo così vicino (peraltro perfettamente contestualizzato nella meravigliosa parte alta di Francavilla: che con i suoi scorci e viette toglie il fiato tanto è bella); l’urbanistica che trovo molto a dimensione di persona; tanti locali, bar e stabilimenti che in genere frequento e che gradisco particolarmente (come il “Lido Cortesito” degli amici Tiziano e Stefania, sul quale ho anche scritto un articolo tempo fa); e di certo amo Francavilla anche per i tanti eventi che ogni stagione, da che la frequento, ha regalato ai cittadini. Tanto per citarne alcuni di quest’estate, voglio menzionare tre concerti gratuiti con nomi di altissimo livello: Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, i Tiromancino. E ieri appunto il bellissimo concerto di Niccolò Fabi. Sottolineare, tutti gratuiti.
Ieri sera appena sono arrivato in piazza Benedetto Croce lungo viale Nettuno, dove il concerto si sarebbe svolto, ho trovato ovviamente il palco e qualche decina di persone: erano più o meno le 19:30. Immaginavo che sarebbero giunte molte altre persone, dato il calibro dell’artista; ma di certo non che intono alle 22, quando di fatto il concerto ha avuto inizio, il numero di persone sarebbe vertiginosamente salito: non sono in grado di dire un numero, ma erano diverse migliaia. Vi dico solo che, a partire da sotto il palco la folla arrivava fitta sino sul marciapiede lato mare di viale Kennedy: che per chi ha una certa affinità col luogo, sa bene di che generosa distanza si tratti.
L’artista romano ha aperto il concerto con una coppia di canzoni con un rapporto molto particolare tra esse: erano rispettivamente il primo brano del suo primo e del suo ultimo album della sua carriera. Ogni canzone è stata intervallata da qualche parola o aneddoto che Fabi riportava sulla canzone che aveva appena cantato o che stava per cantare. Ha parlato della sua giovinezza, della sua carriera ventennale (celebrata da lui in questo concerto), dei picchi di felicità come di tristezza: che ad ogni modo lo hanno ispirato nelle sue composizioni artistiche. Ha raccontato inoltre della sua esperienza al Festival di Sanremo e di come questa abbia contribuito a fargli scoprire in quale dimensione artistica egli abbia scoperto trovarsi a proprio agio e, in quali meno.
Il punto che personalmente ho apprezzato di più del concerto però, non è stata una canzone bensì una riflessione del grande Niccolò Fabi. In poche parole, espresse con la sua caratteristica parlata lenta ed intensa, ha detto in sostanza di non scrivere canzoni per dovere ma per piacere: di aver sempre scritto perché aveva qualcosa da dire e non per contratto. Io ci ho visto abbastanza chiaramente il riferimento alle sue parole pronunciate, in un’intervista alla testata La Stampa, in cui ha preannunciato il suo ritiro a fine di quest’anno: citando la fonte, “… ciò che avevo da dire l’ho detto… mi prenderò tempo, farò una pausa per capire dove andare a parare. Mi dedicherò agli affetti, agli amici. Ridarò attenzione a certe dinamiche della vita che ho trascurato in questi anni”. E la musica? “Questa fase della mia vita è finita nella maniera migliore. Per ora non sto scrivendo, ma so che tenterò di fare qualcosa di completamente diverso”. Più che fondato dunque il pensiero che quello di ieri, non sia stato solo uno degli ultimi concerti della sua stagione artistica: ma molto di più, parte del suggello di una grande carriera.
Inoltre in più di una occasione ieri, mi è parso di leggere negli occhi del cantautore parentesi di malinconia: non posso saperlo con certezza, ma credo che molti siano stati gli omaggi ed i “detti non detti” alla figlia Olivia, perduta nel 2010.
A termine del concerto infine, dopo aver ringraziato tutti i membri del suo staff, la folla ed il comune di Francavilla, Niccolò non si è sottratto all’affetto dei propri fans. Sceso a lato del palcoscenico poco dopo la fine dell’esibizione (durata oltre due ore!), ha incominciato a girare tra le persone stringendogli mani ed abbracciandole, firmando autografi e facendo foto con chi ne chiedeva. L’ho trovato un gesto bellissimo, da grande uomo oltre che da grande artista.
Sono felice di aver speso così bene il mio tempo: posso di certo dire di avere avuto l’opportunità di vedere da vicinissimo, un artista con la A maiuscola.
Complimenti Niccolò, qualunque cosa farai nel futuro ti auguro buona vita.