Apprendiamo, con stupore, che l’Amministrazione Comunale di Collelongo definisce il nostro interessamento sulle possibili interferenze alle falde acquifere e al suolo dei fanghi conferiti all’ex Cava “Le Grottelle”, come allarmismo gratuito. L’aggettivo gratuito è certamente esatto, in quanto noi del WWF non siamo remunerati e lavoriamo gratuitamente a difesa dell’ambiente. C’è invece parecchio da dire riguardo al termine allarmismo.
Sono passati 9 mesi dal sopralluogo effettuato il 26.11.2015 dall’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale (ARTA) dell’Abruzzo, e le analisi eseguite sui campioni di fanghi di industria cartaria conferiti all’impianto di Collelongo hanno restituito concentrazioni di idrocarburi pesanti C>12 ampiamente superiori al limite consentito di 50 mg/Kg come prescrive il D.Lgs. 152/2006. Sempre l’ARTA, nel corso del sopralluogo, ha verbalizzato che “la miscelazione non sia stata correttamente effettuata dalla ditta”. Anche l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT), in un’ispezione ambientale programmata sull’industria Toscana producente i fanghi conferiti all’ex Cava Le Grottelle di Collelongo della ditta Tamburro Remo, dichiarava la non conformità di tali fanghi per attività di recupero.
Il mancato rispetto delle norme tecniche e la non conformità dei fanghi hanno determinato l’attivazione delle procedure per la messa in sicurezza d’urgenza del sito, previste dall’art. 242 del D.lgs. 152/2006, emesse in data 14.12.2015 dal Servizio Attività Estrattive della Regione Abruzzo e il provvedimento della Provincia del 12/01/2016 di divieto di prosecuzione dell’attività di recupero rifiuti da parte della Ditta Tamburro Remo.
Secondo la tempistica dell’Amministrazione Comunale di Collelongo, quanti mesi devono passare per far cessare l’allarmismo gratuito?
La gravità di quanto accaduto nel territorio di Collelongo sta anche nelle disposizioni impartite dalla Regione e dalla Provincia con i vari provvedimenti che, in base all’art. 250 del Testo unico Ambientale, prevedono esattamente questo: “Qualora i soggetti responsabili della contaminazione non provvedano direttamente agli adempimenti disposti dal presente titolo ovvero non siano individuabili e non provvedano né il proprietario del sito né altri soggetti interessati, le procedure e gli interventi di cui all’articolo 242 sono realizzati d’ufficio dal Comune territorialmente competente”.
Quali sono state le azioni mitigative, le misure applicate e le tipologie d’intervento messe in atto dalla ditta o, secondo l’art. 250, dal Comune per prevenire lo stato di contaminazione, ed eliminare i pericoli per l’uomo e l’ambiente circostante?
Quali sono i risultati dei monitoraggi del pozzo Triolo, sito in Comune di Collelongo, e dei pozzi a valle dell’area di bonifica prescritti in modo sistematico dall’Ente d’Ambito Abruzzo a tutela della falda acquifera sottostante? Pozzi ritenuti strategici e insostituibili per l’alimentazione idrica dei Comuni di Villavallelonga, Collelongo, Trasacco, Luco dei Marsi e Avezzano.
Inoltre secondo il Servizio Gestione Rifiuti della Provincia “dai formulari trasmessi risulta che la Ditta ha iniziato l’attività di recupero rifiuti dal 22.03.2014, ossia prima della decorrenza dei 90 giorni dalla comunicazione di inizio attività trasmessa dalla Ditta al competente SUAP ed in assenza delle prescritte garanzie finanziarie”. Chi doveva vigilare sulle attività svolte in anticipo nel territorio comunale e sull’inatteso traffico pesante per il relativo conferimento? A chi spettava il controllo, preventivo e successivo, sulla regolarità della fidejussione obbligatoria a favore del Sindaco di Collelongo per il ripristino ambientale della cava? L’intermediario, emittente la fidejussione, era autorizzato dalla Banca d’Italia al rilascio di garanzie a favore di enti e amministrazioni? In caso di risposta negativa, è stata richiesta l’emissione di una nuova fidejussione, valida e idonea?
Infine da conoscitori del territorio, ricordiamo che l’ex Cava Le Grottelle, autorizzata nel 1992 dal Comune di Collelongo, dal 1995 è all’interno di un Sito di Interesse Comunitario, denominato “Parco Nazionale d’Abruzzo”, facente parte della Rete Natura 2000 e l’elevata valenza naturalistica del sito è un fattore ESCLUDENTE per attività di risanamento ambientale con procedura semplificata.
A noi del WWF Abruzzo Montano compete, qualora interpellati o a conoscenza di scelleratezze ambientali, studiare progetti, controllare e salvaguardare gratuitamente il nostro ambiente, il nostro delicato ecosistema dove non è consentito avere disattenzioni che possono determinare danni all’elevato patrimonio di biodiversità e conseguentemente alla salute umana.