Vorrei esprimere un tributo di affetto e stima per Vito Bergamotto. E un velo di tristezza per la sua scomparsa. Le considerazioni qui espresse esulano dall’amicizia personale e della mia famiglia verso quella di Vito, e tuttavia rendono ancora più intensa la commozione per la sua dipartita. Queste modeste annotazioni vogliono invece rendere un omaggio, sentito e autentico, all’uomo pubblico, ai suoi valori, al servizio che egli ha reso alla comunità aquilana e, in particolare, alla comunità paganichese in seno alla quale egli è nato ed è vissuto.
Vito Bergamotto è stato Consigliere comunale e Assessore nelle due amministrazioni guidate da Biagio Tempesta dal 1998 al 2007, e Consigliere di Amministrazione dell’Accademia dell’Immagine. E’ stato un uomo vivace nella vita politica, fortemente legato agli ideali che hanno contrassegnato la sua esistenza. Era enorme la distanza che separava le nostre convinzioni politiche, quanta lo può essere quella di chi quelle scelte le vive con coerenza e le testimonia con dirittura nei comportamenti. Eppure con Vito, per quanto incompatibili fossero le posizioni politiche, quasi sempre, sulle questioni che riguardavano il Bene comune e sulle scelte che andavano a favore della comunità, con il dialogo si riusciva a trovare una sintesi, un’intesa, un compromesso elevato. Sia quando egli non aveva responsabilità dirette nell’amministrazione civica, sia quando è stato chiamato ad amministrare il Comune dell’Aquila.
Intendo sottolineare proprio questi aspetti del suo agire politico. Denotano quella sapienza che oggi appare così scarsamente presente, quanto invece sarebbe necessaria per attraversare il difficile tempo che viviamo. Quella sapienza, appunto, che alla politica sguaiata e conflittuale per puntiglio, ricerca invece le cose che uniscono piuttosto di quelle che dividono, a beneficio dei cittadini. Vito non è venuto mai meno alle sue idee politiche, per le quali è sempre stato impegnato con una straordinaria passione. Eppure ha sempre esercitato questa dialogante saggezza del buon padre di famiglia, nell’amministrare la cosa pubblica. Di lui voglio anche sottolineare la lealtà, la schiettezza, l’onestà intellettuale, che ho sempre riconosciuto ed apprezzato.
Forse è per questo stesso motivo che, anche dopo accese discussioni su un argomento, con lui si riusciva a trovare un’onorevole mediazione, che è poi l’arte nobile della politica. E ancora un’altra annotazione. Vito veniva politicamente da lontano, aveva spirito tenace, combattivo, però mai sarebbe venuta da lui una parola che sconfinasse nell’attacco alla persona, nell’insulto gratuito, come talvolta oggi si ha la tristezza di osservare anche nelle Aule delle Istituzioni dove si esercita il dibattito democratico.
Posso confermare a ragion veduta che questa lealtà e correttezza Vito l’ha sempre rigorosamente espressa, nella comunità paganichese anche in momenti di contestazione e di protesta, di per sé legittime nel merito, men che meno nelle forme assai discutibili, talvolta sfociate nell’offesa e nell’attacco alla persona. Di lui voglio infine rimarcare il valore come imprenditore, l’attaccamento al lavoro, la serietà e la qualità dell’impresa familiare che con il fratello Aldo da tanti anni ha saputo portare all’affermazione.
Grazie Vito, per l’amicizia sincera che hai sempre testimoniato, per la capacità di stare in compagnia, per l’ironia che connotava il piacere dello stare insieme. La nostra comunità perde un cittadino di valore. Tua moglie Doretta, i tuoi figli Maurizio, Ugo ed Enrico, i familiari e congiunti tutti possono davvero andare orgogliosi di te, del tuo esempio nel lavoro e nel servizio reso alla comunità: è l’eredità più bella che potessero sperare.
Goffredo Palmerini