L’Aquila è una sede storica dell’Istituto Nazionale di Geofisica poi trasformatosi nel 1999 nell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). La sede fu fondata nel 1958 in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale, attorno all’osservatorio geomagnetico di Preturo, il primo in Italia. Le notizie apparse nei giorni scorsi sulla stampa di una volontà, da parte dell’INGV, di chiudere la sede de L’Aquila sono prive di fondamento. L’attuale sede dell’Istituto, presso gli uffici di via dell’Arcivescovado, si era sviluppata grazie al Progetto Abruzzo – Accordo di Programma tra il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e la Regione Abruzzo – per rispondere alle nuove esigenze di approfondimento scientifico e alle politiche di studio, monitoraggio e prevenzione sorte a seguito del tragico evento sismico del 2009.
Da alcuni anni un gruppo di ricercatori a tempo determinato, geologi, ingegneri, fisici, vi svolge attività di ricerca nel campo della sismologia applicata all’ingegneria, della geologia e geofisica ambientale e della pericolosità sismica.
Attualmente, per ragioni logistiche (sede nella zona rossa con problemi di accesso per il personale) la sede è in fase di trasferimento presso i nuovi uffici ubicati nella zona di Porta Napoli. Questa scelta si lega anche all’imminente chiusura del progetto di ricerca Abruzzo, motivo per cui l’INGV è in attesa della formalizzazione di un nuovo rapporto di collaborazione con la Regione, in assenza del quale si andrà incontro a una significativa riduzione delle attività di ricerca, connessa alla contrazione dell’organico.