Intervista ad Egale Cerroni: Lino Guanciale, “Le Voci della Valle”, Don Carmine e la Costituzione

“Le Voci della Valle” è uno spettacolo tenutosi a Collelongo il 12 agosto 2017 scorso con l’ospite d’eccezione, l’attore Lino Guanciale, e la compagnia “L’Accademia dei Fusi”. Il testo e la regia sono stati curati da Egale Cerroni, che il giornalista Enzo Coletta ha intervistato facendo emergere molteplici aspetti, positivi e negativi, derivati da questa esperienza.

Non serve aggiungere altro, basta godersi l’intervista.

 

 

D- Egale, rieccoci a fare il gioco della domanda e della risposta. Cosa è “Le voci della valle”, della verità dei visionari?

R- Con te gioco volentieri Enzo. E’ uno spettacolo nato dall’idea di Don Carmine, parroco di Collelongo, che ha prodotto un’incontro tra Lino Guanciale (originario del paese) e me affinché si potesse realizzare uno spettacolo in collaborazione per le nostre festività estive. Al cast si sono aggiunti gli artisti dell’Accademia dei Fusi e altri amatori. Anticipo: tutti bravissimi!

Lo spettacolo ha una trama molto legata al mio paese, è una storia surreale, con qualche passaggio in vernacolo. E’ la storia di un gruppo di Visionari che decide di rivelare la “loro” verità, secondo il proprio punto di vista. Una verità umiliata dalle innumerevoli falsità attuali che si riproducono a tutto tondo, una verità costretta a rifugiarsi nelle mura, nelle pietre di un vecchio borgo abbandonato e a cui solo i più puri e sensibili possono avere accesso. Insomma, un gruppo di visionari ha deciso di rivelare “la verità” proprio quel giorno, il 12 di agosto, attraverso uno spettacolo teatrale e ad un folto pubblico. Perchè questo accada, quei visionari, cosiddetti perchè dissentono e si collocano ai margini della società, hanno bisogno di un compagno di viaggio di rilievo, di alto profilo, in grado insomma di richiamare un pubblico numeroso…

D- Lino?

R- Esatto. Grazie soprattutto alla sua partecipazione, lo spazio all’aperto della nostra piazza maggiore era completamente gremito…

Lino è il personaggio principale, inizia lo spettacolo come narratore che fa la parte di sè stesso che racconta. Poi viene risucchiato nella storia e diventa, spogliandosi di drappi e orpelli razionali, anche lui un “visionario”, praticamente uno di “loro”.

D- Raccontaci qualcosa sulle verità e le falsità.

R- Volentieri, alcuni spunti. Immaginiamo la verità come una falsità capovolta e viceversa. Ecco quindi che, per esempio, tante persone che si sentono raccontare bufale per decine, centinaia, migliaia di volte, prima o poi si convincono che quelle rappresentino la verità.

D- Il gioco mediaco…

R- Precisamente. Vedi io sono convinto che di questi tempi le falsità siano al centro di tutto. Guidano esse i destini di tutti. Staccarsi dal gruppo significa che non vai bene. Che sei un visionario. Ecco.

D- Dicevi che prima o poi ci si convince che le bufale rappresentino la verità…

R- Sì, e si assume un atteggiamento remissivo. Per esempio, nello spettacolo, invece che ribellarsi a chi determina questo stato di cose, si va in Chiesa a pregare i Santi i quali, stufi delle lagne e della assoluta incapacità dei “preganti”, decidono di abbandonare la chiesa e lasciare gli uomini al loro misero destino.

D- Ma il Parroco come ha reagito ?

R- Si è divertito tantissimo, in completo accordo col testo. Grazie e Dio.

D- Un altro esempio di… falsità…

R- Nel finale dello spettacolo. C’è una scena che si ispira all’antica Grecia in cui il dio Apollo chiede un ultimo vaticinio alla sua amata Sibilla Cumana in cambio della propria misericordia e lei lo scrive su un foglietto. Apollo resta da solo in scena a leggerlo. Le domande erano: Come sarà il mondo quando questa storia si rivelerà? Ci saranno ancora gli umani o si saranno ammazzati gli uni con gli altri? … E poi: Come si chiamerà questa terra quando questa storia si rivelerà?

Risposte dal testo originale: 1- Pieno d’umani un mondo di misera memoria… La serpe muove libera  e sibila tra i passi… Pane e menzogna  è cibo per la Storia… La verità ha paura, dimora nelle mura e dentro i sassi… 2- Italia chiameran’ codesta terra,  una Repubblica… (e qui Apollo trattiene una risata)… fondata sul lavoro… (trattiene ancora una risata)…  La sovranità… (trattiene una risata)… appartiene al popolo, che la esercita… (trattiene una risata)… nelle forme e nei limiti della Costituzione… (ripete e ride ancora più forte. Infine, gli scappa da ridere a crepapelle fino al buio in scena…

D- Ce l’hai con la Costituzione?

R- Non scherziamo! Ce l’ho con chi, in tutti questi anni, l’ha ridotta alla stregua della più grande bugia nazionale di tutti i tempi. E sono tanti Enzo, tantissimi.

D- Lino Guanciale ?

R- Lino è un Gigante, come artista e come uomo portatore di valori intatti: semplicità, generosità, onestà… fermami che potrei continuare per ore.

D- Insomma anche una grande persona.

R- Un vero onore lavorare con lui. Vero!

D- E gli altri attori? Dicevi che sono amatori, non hanno sentito il peso del grande attore in scena?

R- Gli altri sono stati davvero bravissimi. Hanno lavorato per più di un mese e raggiunto livelli che, parole di Lino, hanno messo in imbarazzo perfino lui talvolta. Il peso dicevi? La grandezza di Lino è stata anche questa. Pian pianino si è “defilato” in punta di piedi. Si è reso quasi invisibile, insomma, il suo peso è stato come quello dell’aria.

D- Egale, un’ultima domanda, mi incuriosisce molto il fatto che dopo lo spettacolo, ancor più con Lino Guanciale, non si sia detto quasi nulla, poco e niente.

R- Hai ragione. Questa cosa ha mi ha molto infastidito e non solo me. Soprattutto per gli attori, loro fanno spettacoli per il gusto di essere applauditi o anche presi a fischi. Ma bisognava dirlo e scriverlo. Lo spettacolo si è rivelato un successone! Ma forse, un poco per gli argomenti poco accomodanti…

D- Censura?

R- Che parolone! Sai, io e gli altri ci siamo dati delle risposte ma …

D- Ma?

R- Diciamo che prevale il classico, Nemo Profeta e chiudiamo qui.

D- Sei in polemica con qualcuno?

R- Io amo il mio paese e credo che questa cosa sia molto chiara. Non amo le cialtronerie, le spinta d’inerzia a fare le cose “come vengono non importa” purchè qualcosa si faccia.

D- Rifaresti una cosa così nel tuo paese dopo questa esperienza?

R- Domanda di riserva please…

D- Cosa resterà di questo grande spettacolo?

R- La verità e la soddisfazione di averlo fatto! Il grande successo di pubblico e la grande stima di chi stimo.

D- Finiamo qui?

R- Sì, grazie. Finiamo qui.

 

Una bellissima galleria fotografica dell’evento.

 

 

 

 

 

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