Quante volte la osanniamo, quante volte la perdiamo, quante e quante diciamo di resistere nel perderla, ma ognuno di noi ha un rapporto con lei diverso, ‘è chi la capisce, chi ci vive, chi non la vuole proprio e chi la cerca disperatamente. La parola pazienza ha origine dal latino volgare patire. La pazienza è la facoltà umana di rimandare la propria reazione alle avversità, mantenendo nei confronti dello stimolo un atteggiamento neutro. La pazienza è una qualità e un atteggiamento interiore proprio di chi accetta il dolore, le difficoltà, le avversità, le molestie, le controversie, la morte, con animo sereno e con tranquillità, controllando la propria emotività e perseverando nelle azioni. È la necessaria calma, costanza, assiduità, applicazione senza sosta nel fare un’opera o una qualsiasi impresa. Pazienza si chiama anche una parte dell’abito di alcuni ordini religiosi ed ha lo stesso significato di scapolare. Nel diritto la pazienza è la limitazione dell’esercizio di un diritto (la pazienza di servitù, ad esempio, è la negazione di un transito di servitù). Nella teologia cattolica la pazienza è la virtu’ che controlla l’angoscia, la depressione, l’amarezza provocata da inconvenienti, sfortune, dolori e rafforza la volontà di operare il bene.
La pazienza ha riferimento nelle Scritture. Nota è la parabola di Gesu’ nel Vangelo di Matteo (18, 23 e ss.) e numerose sono le esortazioni di San Paolo (II Corinzi 12, 12; Tito 2, 2; Romani 3, 25 e altre) e di San Pietro nelle sue lettere. Di quest’ultimo sono da citare:
… mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità (II Pietro 1, 5 e ss.).
… davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro … (II Pietro 3, 8).
Nei giorni della sua elezione al papato, nell’aprile 2005 Benedetto XVI ha parlato della pazienza di Dio: Quante volte noi desidereremmo che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore … Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza … il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini. In altra occasione diceva La sapienza del cuore contempla anche la pazienza. Il tempo non scorre invano.