Il culto delle Sette Madonne sorelle era una forma di devozione popolare, diffusa un tempo negli strati più umili e devoti della popolazione. Sebbene non riconosciuto in ambito teologico, questo fenomeno è stato analizzato da studiosi di antropologia e demologia con particolare curiosità . Tale forma di culto negli ultimi decenni è andata scemando, ma all’epoca appariva così radicata, anche per le sue manifestazioni decisamente insolite, da evocare a chi ora la guarda con rispetto, un fascino singolare e coinvolgente. Possiamo definire il culto delle sette Madonne sorelle come l’adorazione, espressa nel pellegrinaggio a piedi, di Madonne che risiedevano in altrettante chiese, situate dentro un unico ambito territoriale o in orizzonti più vasti ma confinanti. Un particolare assai curioso, è che le statue delle Madonne dentro le diverse chiese erano collocate in modo da darsi le spalle reciprocamente. La protezione delle sette Madonne era invocata per la tutela del territorio: per difenderlo da siccità o inondazioni ma anche per proteggerne gli abitanti da malattie ed epidemie. I devoti vi si recavano in pellegrinaggio rispettando una cronologia precisa e raggiungevano ciascuna chiesa nel giorno della festa dedicata alla Madonna lì ospitata. Sono moltissime in ambito locale, le classificazioni possibili a cui rimandare tale culto. Praticamente in tutta la provincia di Teramo esistono devozioni mariane ad esso riconducibili. E non v’è zona, dalla Val Vibrata alla Val Fino, dalla Vallata del Vomano alla fascia montana, in cui non sia possibile rintracciare una sorta di filo che unisca tra loro sette luoghi di culto.Un itinerario particolare, che spazia tra le Vallate dei fiumi Vomano e Fino. Uno “scrigno” pieno di tesori e di sapori perduti. Un viaggio nella sacralità delle culture tradizionali contadine legate al cibo, alla preghiera e al folklore. Teramo è il punto di partenza ideale, come capoluogo, come snodo viario principale e come cuore pusante del territorio. Imboccando da Teramo la A24 fino all’uscita di Val Vomano e proseguendo lungo la SS150 in direzione Montorio, si raggiunge la frazione Ronzano nel comune di Castel Castagna.
Nel suo territorio, su un poggio verdeggiante, in un contesto ambientale di grande bellezza, sorge la monumentale Chiesa benedettina di Santa Maria di Ronzano. Questa è la più “nobile” e la più ricca delle sorelle, poichè abita in una delle dimore più belle del territorio. E’ l’Assunta, cioè la Madonna Regina, che nella statua lignea collocata all’interno della chiesa indossa la corona gemmata e veste il mantello di broccato dorato. E come tale viene venerata e onorata nel giorno della sua festa.Da Castel Castagna, dopo pochi chilometri, si riprende l’autostrada A24, fino ad Isola del Gran Sasso e da qui, seguendo la SP49 si arriva a Pagliara, un cucuzzolo di rara suggestione, dal quale, salendo lungo un sentiero, si arriva alla chiesina romanica dedicata a Santa Maria della Neve, di recente ristrutturata dall’Archeoclub, posta su di un belvedere che scopre i due Corni del Gran Sasso. Proseguendo lungo la SP49, man mano che si susseguono i tornanti, cominciano ad intravedersi, ai piedi dei Monti Camicia e Prena, le poderose bastionature di Castelli che fu borgo fortificato, circondato da un paesaggio dolomitico. Dalla SP37, dopo circa 10 Km si svolta per Befaro, ultimo confine della Valle Siciliana, su cui veglia, timida ed isolata, la chiesina di Santa Maria della Neve, la più timida e umile delle sorelle, che ha come ornamenti solo candidi fiocchi di neve. Da Befaro, seguendo per 1 Km la strada di Santa Maria e svoltando poi a sinistra per la SP34, si raggiunge in pochi minuti Arsita, immersa nella vallata del Fino. Fuori dal paese, sulla strada per Penne, accanto ad una secolare quercia, vi è la Chiesa romanica di S.Maria d’Aragona, una Madonna vigorosa e tenerissima. Da Arsita, per circa 7 Km sulla SP34, si discende verso Bisenti “….che si chiamava la Tazza di Alessandro….”. Tappa del nostro itinerario è la parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, in piazza Vittorio Emanuele, legata al culto della Madonna, modellata nella bella terracotta policroma, opera del XVI sec di Gian Francesco Gagliardelli, la cui festa viene celebrata il 2 agosto, con la tipica Processione delle Oblatrici. Si riparte da Bisenti sulla SS365 e dopo circa 6 Km si attraversa il valico del Pilone che ci conduce verso Basciano, un borgo situato in collina, sovrastato dall’antico palazzo baronale. L’origine è da ricollegare all’epoca romana; intorno all’anno 1000 compare come proprietà del vescovo aprutino e nel XIII secolo, il feudo di Basciano passa agli Acquaviva, i quali lo reggono fino al 1538 inglobando il territorio nella Baronia di Atri. A pochi chilometri da qui, nella frazione omonima, raggiungiamo la Chiesa di Santa Maria a Porto Lungo, luogo di grande suggesione panoramica e di forte devozione religiosa. I rituali oggi dedicati alla Madonna hanno radici antiche e pagane che si rintracciano ancora fortissime nella Passeggiata delle canestrelle, tipica processione che qui si svolge a settembre in onore della Madonna. Sempre seguendo la SS365 fino a Contrada Cretone e poi la SS81, si prosegue alla volta di Penna Sant’Andrea, luogo posto in altura come si evince dal toponimo, situato sulla destra del fiume Vomano. Il nostro itinerario ci conduce, come ultima tappa, alla chiesa madre di Santa Maria del Soccorso, che si scorge da ogni orizzonte delle altre chiese sorelle.
( Cicchetti Ivan )