PENNE (PESCARA) – Un pavimento del museo di Fes, un paesaggio di Campo Imperatore, e una coperta in lana da letto abruzzese. Tre soggetti e tre arazzi realizzati a Penne (Pescara) e che saranno esposti per tre settimane a Barcellona, nella sede dell’Istituto italiano di Cultura, dal 21 giugno al 14 luglio. Si tratta di tre arazzi realizzati dall’antica Arazzeria Pennese, acquisita recentemente dal gruppo Brioni che proprio a Penne ha la sua sede, su disegno di Stefano Arienti.
Il progetto prevede di riportare alla luce una delle eccellenze manifatturiere abruzzesi una volta famose nel mondo per promuovere l’arte contemporanea italiana. I tre arazzi, dopo l’esposizione nella capitale catalana, saranno il fulcro delle manifestazioni di Castelbasso 2019 nella sede dell’istituzione culturale nel piccolo borgo del Teramano, durante l’ormai ventennale rassegna d’arte estiva. Un’edizione dell’opera, inoltre, entrerà a far parte della Collezione permanente del Museo MAXXI di Roma.
I tre soggetti sono ideati dall’artista in altrettanti tessuti, realizzati nei laboratori di arazzeria. Questa nuova produzione è al centro di una serie articolata di attività che ne accompagnano la creazione e la presentazione. Il progetto nasce dal desiderio di svelare le possibilità contemporanee di una tecnica di antiche origini, che nella sua secolare storia non ha cessato di sollecitare la creazione artistica. Arienti è partito da una matrice fotografica che, tramite un processo di retinatura, è stato riportato su un arazzo confrontandosi, in questo modo, con una tradizione artigiana abruzzese molto forte.
“È la prima volta – spiega l’artista – che realizzo un progetto nel quale mi confronto con un processo di tessitura, piuttosto complesso, che può essere fatto a mano o tramite tecnologie comandate da un computer, come si fa adesso, però l’obiettivo che mi interessava è che l’immagine restasse su un oggetto che ha una materia speciale, particolare. Sono fotografie molto differenti tra di loro, aggiunge Arienti illustrando i soggetti delle opere, Una è stata scattata al Museo Batha di Fes, in Marocco, e ritrae un pavimento con il riflesso di luce sulle piastrelle e il colore è il giallo, complementare al nero. Un’altra è un paesaggio abruzzese, un dettaglio di Campo Imperatore, una foto che ho scattato durante un mio viaggio, un elemento di natura che contrasta con le altre. L’ultima è la coperta di un letto, sempre presa in Abruzzo, in particolare a Santo Stefano di Sessanio, molto più intima. Sono tre immagini molto diverse, con una differente profondità: una dominata dalla luce che è quella filosofica, del barocco; una con una atmosfera rarefatta di sassi in montagna e l’ultima più calda con un colore di fondo un rosa carico che contrasta con l’antracite, il disegno di una coperta tradizionale abruzzese”.
Se il tocco artigianale, la ricerca di qualità e la tradizione continuano a rappresentare una costante nella produzione di manufatti, gli apporti più recenti del design e delle nuove tecnologie hanno comportato una radicale riabilitazione dell’artigianato artistico e delle professioni legate all’abilità manuale.
Fonte Ansa