L’Avvocato Antonio Ranucci, amministratore unico de L’Aquila Calcio, ha inviato un comunicato a mezzo stampa per fare chiarezza sulla piccola bufera che si è abbattuta nei giorni scorsi sulla società: “E’ il mio 4^ Campionato, sia pure in epoche diverse, qua a L’Aquila; non ho mai rilasciato una sola intervista perché preferisco il lavoro oscuro dietro le quinte ed in questa occasione, visto che qualcuno mi ha tirato in ballo, mi limito ad affidarmi ad un comunicato stampa.
Sono tornato a L’Aquila con molto entusiasmo, lasciando tra l’altro e poco elegantemente dalla mattina alla sera un altro incarico sempre in ambito calcistico che avevo, ma ho purtroppo ritrovato dopo tre anni di assenza una Società dilaniata sotto ogni punto di vista.
Ho, forse incoscientemente, avuto coraggio, ho assunto la carica di Amministratore Unico ed ho affrontato ogni giorno difficoltà economiche indicibili di ogni genere e tipo, assumendomi insieme al Direttore Generale, professionista del quale questa Società deve solo che andare fiera quanto meno per attaccamento e passione, responsabilità che andavano sicuramente oltre quelle del ruolo ricoperto.
Ora, dopo quasi due anni, grazie ad una Proprietà seria disponibile e responsabile, si può orgogliosamente affermare che L’Aquila Calcio non è più una vettura fuori controllo che sbanda paurosamente, bensì un sodalizio che si è dato una struttura e fisionomia e che, pur tra innegabili e persistenti enormi difficoltà, a volte in cassa non ci sono le risorse neppure per le più elementari necessità ed il sottoscritto e il Direttore Generale non esitano a frugare nelle loro proprie e personali tasche, per non dire di qualche firmetta bancaria… , e questo per non assillare troppo i Soci il cui generoso e costante sostegno ha comunque consentito di imboccare una via ora ben tracciata, anche se ancora lunga, che porterà di certo ad un risanamento societario.
Non mi occupo di questioni tecniche ma ho una grande passione per la squadra, non mi perdo una sola partita sia dentro che fuori, sono addirittura andato a Sassari prima di Natale per mio conto e febbricitante prendendo l’aereo la stessa domenica mattina, ho gioito per la vittoria e così farò anche domenica prossima per Lanusei.
Non so cosa darei per vincere questo campionato oltre che per rispetto del corposissimo e quasi insostenibile investimento affrontato anche perché sono certo che la Lega Pro faciliterebbe l’opera di risanamento per la quale spesso sono anche costretto a mostrare… i muscoli.
Ho letto da qualche parte di “campane a morte” ma per favore ….
Al fischio finale della partita con il Rieti tanta era la tensione personale che avevo accumulato che stavo per sentirmi male! La conduzione tecnica di questa società è sicuramente eccellente, ma dopo 40 anni di calcio, forse anche in certe circostanze ad un certo livello, una mezza idea di come funziona il giochino me la sono fatta. Ognuno deve sapere interpretare il proprio ruolo e quello dell’Amministratore è di curare e difendere gli interessi della Proprietà anche quando questa, pur a fronte di investimenti onerossissimi e che consentono comunque a L’Aquila Calcio una gestione giornaliera accettabile, è in palese difficoltà.
Una piccola chiosa l’Italia è il paese delle dimissioni minacciate e mai date, il sottoscritto all’Assemblea dei Soci del 28/12/2016 tra i punti all’ Ordine del Giorno indicò chiaramente dimissioni dell’Amministratore, senza però fare proclami o rendere pubblica la cosa.
Furono respinte e l’affetto dimostrato dai Soci in quella occasione mi indusse, e forse ancora una volta incoscientemente, a ritirarle.
A mio avviso, se vogliamo veramente risanare L’Aquila Calcio e se a questa vogliamo veramente tutti bene, i sacrifici devono farli ognuno di noi .
Come diceva il compianto Guido Attardi “ jù Padreterno ci ha fatto due mani una per prendere e l’altra per dare e bisogna saperle entrambe usare contemporaneamente.”
La risposta di Ranucci segue le parole del tecnico Massimo Morgia, che aveva pensato addirittura alle dimissioni:
“Nel mese di Luglio, nell’accettare l’incarico di allenatore de L’Aquila Calcio 1927, posi come condizione primaria e fondamentale la possibilità di poter giocare ed allenarmi nel nuovo impianto Gran Sasso d’italia Italo Acconcia insieme alla formazione Juniores. Inoltre, chiesi che i rimborsi fossero pagati con puntualità e precisione. La gestione delle normali e comuni difficoltà, a giudizio di chi scrive, deve essere gestita con chiarezza e trasparenza e soprattutto con unità di intenti. Visto che le aspettative della dirigenza, dell’intera piazza e mie personali sono notevolmente cresciute esorto tutte le componenti a non tralasciare i più piccoli particolari, né formali e soprattutto sostanziali perché il fare o perdere anche un solo punto potrebbe fare la differenza tra vincere e perdere un campionato. Ricordo che i punti non li fanno solo i giocatori e i tecnici ma ognuno nel suo ruolo specifico. L’aspetto che comunque incide maggiormente è la capacità di mantenere serenità ed entusiasmo nell’ intero ambiente, cosa che purtroppo per scarsa sensibilità di qualcuno troppe volte è venuta meno”.
Questi sono alcuni stralci della mia relazione presentata alla società in data 28 Dicembre, cioè alla fine del girone di andata. Sono questi gli argomenti che mi hanno portato più volte in contrasto con i responsabili di quell’area che gestisce la parte finanziaria nonché quella logistica ed organizzativa, nella programmazione cioè di trasferte, materiali e attrezzature per l’allenamento, area di competenza dell’amministratore unico Angelo Antonio Ranucci e del direttore generale Fabio Aureli. Martedì perciò il diverbio alquanto acceso con l’amministratore Ranucci verteva non su questioni tecniche o personali ma su fatti su cui già ampiamente discusso in precedenza che riguardavano non la singola persona ma staff e collaboratori. Per queste ragioni e per l’animosità del diverbio ho comunicato al presidente Sig. Corrado Chiodi la volontà di dimettermi dall’incarico insieme ai miei collaboratori Coppola, Toschi, Porracchio e Greco. Detto questo e dopo un colloquio con il presidente Chiodi abbiamo deciso però di continuare il nostro progetto, innanzitutto per senso di responsabilità nei confronti di una città che mi ha accolto e sempre sostenuto, della famiglia Chiodi che mi ha sempre supportato e sopportato, dei calciatori e di tutti i collaboratori che quotidianamente lavorano e lottano per una IDEA e per quell’IDEA combatteremo e lotteremo fino alla fine. FORZA L’AQUILA!”.
Redazione