Mario Magnotta (Pieve di Teco, 14 Ottobre 1942 – L’Aquila 5 Gennaio 2009)è stato un bidello dell’istituto tecnico comeerciale “Luigi Rendina” dell’Aquila, divenuto mediaticamente celebre per essere stato vittima di una serie di scherzi telefonici da parte di alcuni ex studenti dell’istituto.
Mario Magnotta nacque da Giovanni Magnotta e Romilda Siconolfi. Nel 1945 la sua famiglia si trasferì a L’Aquila per motivi di lavoro. Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovanissima età, fu affidato a un istituto di suore, ove conseguì il diploma di scuola media. Nel 1960 trovò lavoro come bidello all’Istituto tecnico commerciale Luigi Rendina della città abruzzese, dove lavorò per 36 anni.
Sposatosi verso la metà degli anni settanta, ebbe una figlia nel 1976. Magnotta divorziò successivamente dalla moglie verso la metà degli anni ottanta.
La separazione di Magnotta dalla moglie fu l’occasione per due ex allievi dell’ITC Rendina, Antonello De Dominicis e Maurizio Videtta, di fare uno scherzo telefonico al bidello: «Era il 1985, Mario faceva il doppio lavoro: bidello e commesso in un negozio di abbigliamento. Un giorno […] mi raccontò che si era separato dalla moglie che voleva indietro la lavatrice», acquistata dal Magnotta nel 1981, così «ci balenò l’idea di uno scherzo».
De Dominicis e Videtta, già autori di altri scherzi al Magnotta quando erano allievi dell’istituto, fecero credere di non aver perfezionato l’acquisto della lavatrice (avvenuto sei anni prima), adducendo a motivo fantomatici crediti e debiti incrociati tra fornitori e diversi rivenditori di elettronica dell’Aquilano, ma soprattutto di aver sottoscritto, al momento dell’acquisto dell’elettrodomestico, un contratto con una serie di “clausole capestro”, fra cui l’acquisto obbligato di nuovi elettrodomestici ogni due o tre anni. Lo scherzo durò più di un mese, in cui De Dominicis e Videtta si alternarono sia nell’interpretazione di sempre nuovi personaggi, sia nel proporre nuove assurde richieste per “risolvere” il problema. Di questo scherzo furono registrate solo le ultime quattro telefonate, in cui si sente il bidello abruzzese mostrare sempre più la sua insofferenza, spesso con espressioni in dialetto aquilano.
I due infine registrarono le ultime quattro telefonate, nelle quali Magnotta si dimostrò sempre più insofferente verso i suoi interlocutori (intercalando spesso con espressioni in dialetto aquilano: il colmo si raggiunse all’ultima conversazione, avvenuta il 16 settembre 1987, allorché di fronte all’ennesima richiesta di rimborso dei danni e onoramento del “contratto” il bidello esplose in una lunga serie di insulti e bestieme in dialetto contro il sedicente proprietario del negozio dove aveva acquistato la lavatrice.
Dopo lo scherzo della lavatrice, per tutta la fine degli anni ottanta, Magnotta fu vittima di altri scherzi telefonici sempre a opera di De Dominicis e Videtta, egualmente ispirati alla separazione dalla moglie. Nel primo di essi, un sedicente operatore del Telefono Azzurro accusò il bidello di aver provocato «traumi e turbe psichiche» alla figlia, a causa di alcuni suoi «comportamenti fuori dal comune».
Nel secondo caso Magnotta fu contattato da un fantomatico nuovo compagno della ex moglie, tale Bruno, il quale lo avvisava che l’ex moglie aveva chiesto al Tribunale un risarcimento per maltrattamenti subiti durante il matrimonio. Di tale scherzo esistono tre registrazioni, nell’ultima delle quali si ascolta una reazione di Magnotta molto simile a quella finale dello scherzo della lavatrice di cui sopra.
De Dominicis e Videtta ammisero successivamente di essere gli autori degli scherzi originali a Magnotta, che rispose con un «Grazie, mi avete fatto compagnia». I due ex alunni, comunque, non smisero di fare altri scherzi telefonici all’ex bidello, con cui si era stabilito un rapporto di amicizia.
A causa della reazione irata del bidello e delle colorite espressioni dialettali usate, lo scherzo della lavatrice fu ben presto riprodotto su svariate muscasette private, che sancirono il successo di Magnotta: «il bidello più famoso d’Italia» fu invitato in numerose trasmissioni radiofoniche, alle trasmissioni televisive Maurizio Costanzo Show e I Fatti Vostri, nonché in svariate feste e sagre di paese prima ed eventi in discoteca poi, protrattisi fino al 2003, Dal 2001 al 2007 Magnotta fu inoltre ospite di varie televisioni locali, ove veniva essenzialmente chiamato a commentare le notizie del giorno con lo stesso stile delle famigerate telefonate.
Il personaggio Magnotta riscosse l’approvazione di nomi noti del mondo dello spettacolo italiano, quali [Dario Vergassola]], Antonello Venditti, David Riodino e Simone Criscticchi. Quest’ultimo utilizzò una delle espressioni più famose della quarta telefonata della lavatrice, ossia la minaccia “m’iscrivo ai terroristi”, nel singolo L’Italia di Piero («Piero non rinuncerebbe mai alla lotta e si iscrive ai terroristi come fa il Magnotta»). Quella stessa frase divenne un Tormentone, utilizzato anche in alcuni remix suonati nelle discoteche.
A partire dalla seconda metà degli anni duemila il fenomeno mediatico iniziò ad attenuarsi. Lo stesso Magnotta rifiutò spesso di prendere parte a serate in discoteca e altri eventi. Non cessarono, tuttavia, gli scherzi telefonici anche da altri ragazzi, che costrinsero intorno al 2007 l’ex bidello a dover sporgere denuncia perché «perseguitato» da sms di scherno.Mario Magnotta morì all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila nella notte fra il 4 e 5 gennaio 2009
( Cicchetti Ivan )