E’ stata approvata la proposta presentata nell’Ordine del giorno del Consiglio comunale del 30 ottobre a firma dei consiglieri Roberto Santangelo e Luca Rocci, riguardante l’intonazione dell’Inno nazionale prima dell’inizio dei lavori nell’aula consiliare.
Sull’argomento il Consigliere COLONNA, nel ricordare il ruolo unificatore che l’inno riveste, intonato nei momenti più solenni della vita di una nazione, ha voluto a portare la sua esperienza personale in qualità di Ufficiale dell’Esercito in congedo.
Per quasi 40 anni ho servito lo Stato – ha dichiarato COLONNA – e nello stesso periodo ho reso omaggio al mio Paese sulle note del “Canto degli Italiani”, ogni mattina con la cerimonia dell’alzabandiera.Per me niente di inusuale quindi, come non era strano sentire le note di quell’inno già nel lontano 1978, data della mia prima alzabandiera, quando in ambito civile tutto ciò che tendeva ad esaltare i valori nazionali e il senso di patriottismo poteva essere scambiato con un pericoloso atteggiamento nostalgico. Ricordo quegli anni, quando il nostro inno veniva suonato solo al chiuso delle caserme, oppure destinato ad accompagnare le grandi manifestazioni sportive e in particolare quelle calcistiche,occasione in cui poteva essere addirittura cantato, senza essere frainteso.
Evidenzio questo – ha proseguito COLONNA – perché l’inno non veniva cantato da nessuno, neanche nelle caserme, non perché ci fosse uno specifico divieto, ma solo perché i tempi storici non ne facevano ravvisare l’opportunità. Negli anni 70’ e 80’ il patriottismo veniva erroneamente identificato con la cultura di una Destra non ancora oggetto di uno sdoganamento politico, reso possibile solo molti anni dopo.Dovevamo attende gli inizi degli anni 2000 per poter finalmente intonare le parole del nostro inno nazionale, grazie al grande afflato patriottico del Presidente Ciampi, che riuscì a sfuggire al rischio di cadere nell’eccessiva retorica. Oggi, grazie al nostro inno, ci siamo riappropriati del giusto senso di appartenenza alla Nazione e da ex militare non posso che esserne orgoglioso.
Da uomo libero, amo il mio Paese, i valori democratici dei Padri costituenti e tutti i simboli che ricordano l’unità degli italiani, per questo il mio auspicio è che tutti possano continuare ad intonare le parole del “Canto degli Italiani”, anche nella nostra aula Consigliare, ma soprattutto – ha proseguito Colonna – che tale esigenza sia realmente sentita da tutti i Consiglieri. Sarebbe deprimente dover assistere ad una ritualità non connessa ad un sentimento di autentica partecipazione.
L’inno nazionale ci deve unire e non dividere, perché è un patrimonio di tutti gli italiani che sta al di sopra dei partiti. Il mio rammarico – ha concluso Colonna – è che non sia stata raggiunta l’unanimità dei consensi. Sono sinceramente dispiaciuto del voto contrario della Consigliera Vicini. Il mio auspicio è che si possa comunque unire agli altri Consiglieri in tutte quelle occasioni in cui saremo chiamati a evidenziare i valori utili a rinsaldare il vincolo di unità.