Silvia Romano, rapita nel 2018 e liberata due giorni fa, è tornata a casa dalla sua famiglia. Neanche 48 ore, e in Italia si è scatenato un dibattito circa le modalità della liberazione e della sua conversione all’Islam. Non sono mancati i soliti commenti “supportati” dalla pochezza dei contenuti, ma tutti lo sanno, con internet il “verbo” si diffonde rapidamente. Anche il consigliere regionale della Lega, Simone Angelosante, non ha perso l’occasione di esternare i suoi pensieri, a cui ormai ha abituato il mondo dei social. Già in precedenza ha suscitato polemiche, quando nel dicembre scorso ha detto che i banchieri andavano impiccati e il premier Conte fucilato. Affermazioni che hanno fatto indignare gran parte degli italiani e contro le quali non è stato preso alcun provvedimento, anche a livello politico.
Il sindaco di Ovindoli, anche sul caso di Silvia Romano ha dato motivo di far parlare di sè. Ha paragonato la vicenda del sequestro della giovane volontaria ai campi di prigionia nazisti, che sia per il contesto che per le dinamiche, non possono essere minimamente paragonati.
Il post del consigliere regionale della Lega è stato ripreso anche da giornalisti del calibro di Enrico Mentana in cui apostrofa il sindaco di Ovindoli come “un fesso qualunque”.
Sicuramente saranno molti gli abruzzesi, e non solo, a voler prendere le distanze da affermazioni così forti e faziose come quelle del sindaco di Ovindoli.